Perché l’ascolto attivo è così importante? Perchè è così difficile? Come posso allenarlo per fare la differenza, al lavoro e nella vita? Qui trovi le risposte a queste domande (e Bonus gratuiti per te alla fine dell’articolo).
L’incapacità di comunicare è il risultato della incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto. C. Rogers Condividi il Tweet
Ti è mai capitato di avere una conversazione con una persona che non ti stava ascoltando veramente?
Da cosa te ne accorgevi che mancava l’ascolto?
Come ti sentivi?
E ora passiamo dall’altra parte della barricata.
Ti sei mai ritrovato a annuire alla persona che ti sta parlando mentre con la tua mente sei da tutt’altra parte?
Secondo te l’altra persona se ne è resa conto? Come si è sentita?
Se ti ricordi nell’articolo sulla comunicazione efficace ti avevo detto che dovevamo farla a pezzi.
L’obiettivo di questa pillola formativa è fornirti degli spunti pratici per sviluppare un “pezzo” super importante della comunicazione: la capacità di ascolto attivo.
Una capacità che ti aiuta a fare la differenza nel lavoro e nella vita. La tua e degli altri.
Per realizzare questo obiettivo seguiremo questa scaletta:
• ma cosa è questo ascolto attivo?
• ok ma perchè è così importante?
• perchè è così difficile metterlo in pratica?
Dopo questa panoramica di “cosa” e “perché” passeremo al come.
Per “come” intendo:
• i passi che aiutano l’ascolto attivo
• alcuni esercizi che puoi fare per allenare questi passi
Avvertenza: in questo articolo spiego in che modo l’ascolto attivo è importante per avere più risultati e realizzazione al lavoro e nella vita.
Se desideri avere maggiore visibilità su come usare le soft skills per avere più risultati al lavoro, più realizzazione e serenità nella vita ti consiglio di ripassare il video corso gratuito riservato agli iscritti alla newsletter del Blog.
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Ottimo. Procediamo con l’ascolto attivo.
Ma cos’è di preciso questo ascolto attivo?
La gente non ascolta, aspetta solo il suo turno per parlare. C. Palahniuk Condividi il TweetPer mettere a fuoco cosa significa ascolto attivo ci aiuta vedere le diverse tipologie di “ascolto”.
Ascolto passivo
Sai che sei di fronte a questo tipo di ascolto quando ciò che senti entra da un orecchio ed esce dall’altro.
E’ più un “sentire” che ascoltare. Non presti attenzione a ciò che viene detto.
Di fatto non c’è comunicazione, non c’è relazione con l’altra persona perché in quel momento il tuo corpo è da una parte, la mente e il …”cuore” sono da un’altra.
Ascolto selettivo
Ascolti solo certe parti del messaggio. Anche in questo caso manca un contatto pieno con l’altra persona.
Aspetti il tuo turno per parlare e usi il tempo per capire come rispondere o cosa dire quando tocca a te.
Per questo motivo perdi parte del messaggio, è più difficile cogliere le sfumature.
Ascolto attento
Quando c’è questo tipo di ascolto sei in relazione con l’altra persona. C’è un elevato livello di coinvolgimento e partecipazione a ciò che l’altro ti sta dicendo.
Puoi capire che c’è ascolto attento da questi ingredienti:
• sei concentrato sulla persona che ti sta parlando
• presti di attenzione a ciò che ti dice
• dimostri che stai ascoltando
• comprendi cosa ti dice e cosa significa ciò che ti dice
Ascolto “indigesto”
E’ un ascolto che manca di proprietà “nutritive”.
Oi ma come parli strano. Ma che adesso l’ascolto è una roba che si mangia?
Hai ragione, utilizzo il termine nutriente in senso figurato.
Nutriente significa che alimenta la tua energia vitale, il tuo senso di valere, la tua auto stima, la tua fiducia nel prossimo.
Per “indigesto” intendo l’ascolto non solo che non “nutre” la relazione ma lascia l’altro svuotato, frustrato, confuso.
Qui la differenza non sta nella qualità e quantità di attenzione.
Può anche essere molto attento e focalizzato (addirittura “empatico”) e allo stesso tempo “indigesto”. Lo sanno bene le persone che sono state truffate.
La differenza la fa la qualità della intenzione. Quando si ascolta è utile infatti distinguere tra intento (ascoltare) e il seme (il perché) dell’intento.
L’ascolto indigesto è quello in cui il “seme” dell’intento è, ad esempio:
• strumentalizzare
• scoprire i punti deboli di un ragionamento dell’altro dimostrare che abbiamo ragione
• salvare l’altro (stile crocerossina o … crocerossino)
• manipolare
In sostanza è quel tipo di ascolto in cui si infiltra il nostro Ego e condiziona l’atteggiamento di fondo con cui entriamo in relazione.
L’abbiamo visto, o lo puoi approfondire, in Comunicazione assertiva dalla a alla z.
Ascolto attivo
Di qui in avanti quando parlo di ascolto attivo intendo ascolto:
attento + “nutriente”.
Altrimenti se il seme dell’intento è manipolatorio l’ascolto può essere super attento ma finirà con il minare anziché rafforzare la relazione con l’altro.
Ascolto Empatico
Quando siamo di fronte ad una persona stressata, che esprime un disagio emotivo (è arrabbiata, delusa, frustrata, in collera, preoccupata, triste, etc), l’ascolto attivo è necessario ma non sufficiente.
Richiede una capacità ulteriore: l’empatia.
Se ti interessa approfondire l’ascolto empatico e la risposta empatica puoi farlo qua.
Ok, smarcato il “cosa” passiamo ai “perché” dell’ascolto attivo.
Perché l’ascolto attivo è così importante?
Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona. D. Waitley Condividi il TweetRispondere a questa domanda è molto semplice.
Se hai letto l’articolo sulla percezione è semplicissimo.
Infatti se ricordi l’attenzione degli esseri umani è guidata da ciò che viene considerato interessante, rilevante, importante.
Prestare attenzione ad una persona significa pertanto dirle: tu sei importante.
Lo puoi vedere facilmente con i bambini.
Cercano costantemente l’attenzione dei genitori perché ricevere l’attenzione delle persone più importanti per loro li fa sentire importanti.
Questo bisogno di rilevanza (sentirsi importanti) non scompare quando da bambini cresciamo e diventiamo adulti.
E’ un bisogno di tutti gli esseri umani sentirsi importanti, degni di attenzione, essere capiti e accettati.
Quindi la risposta alla domanda perché l’ascolto attivo è importante è molto semplice:
perché quando tu ascolti attivamente fai sentire l’altro importante, capito, accettato.
Lo fai sentire meritevole della tua attenzione.
Come vedremo trea poco un regalo sempre più importante perchè l’attenzione sta diventando una “merce” sempre più rara.
Ecco perché sviluppare la capacità di ascolto attivo è così importante.
La presenza mentale che si accompagna all’ascolto attivo è un presente, un dono che fai all’altro.
Un dono che ti aiuta a fare la differenza. Al lavoro e nella vita.
Perché ascoltando gli altri li fai sentire importanti e questo fa la differenza nella loro vita.
Se poi per caso fai il “mestiere” di leader o genitore l’ascolto è ancora più importante.
Se fai il mestiere del genitore è importante perché tramite l’ascolto faciliti la percezione di essere importante.
La percezione di valere.
Una percezione che sta alla base dell’autostima.
Questo è un punto che approfondiremo. Ma credo che già da ora ti torni.
Se fai il mestiere del leader (sei un manager di persone o un imprenditore) tramite l’ascolto:
• rinforzi la percezione di valore delle tue persone
• e dai l’esempio.
Sulla percezione di valore vedi sopra.
Sul dare l’esempio.
Come abbiamo visto nella pillola sulla percezione le persone apprendono in diversi modi.
Uno di questi è l’imitazione.
Negli adulti si parla di imitazione di un “role model” cioè di un modello di ruolo.
Chi fa il mestiere di leader e mette in pratica l’ascolto attivo di fatto sta facendo da esempio. Sta facendo da modello di ruolo per i propri collaboratori.
Si parla tanto dell’importanza di ascoltare i clienti, i colleghi e i collaboratori ma se chi ha responsabilità di leadership tende a non ascoltare in modo efficace rende più difficile diffondere una cultura dell’ascolto nell’azienda.
Perché l’ascolto attivo è difficile
Parlare è un bisogno. Ascoltare è un’arte. Goethe Condividi il Tweet
Che sia necessario ascoltare attivamente è semplice da capire ma molto difficile da mettere in pratica.
L’ascolto attivo è un motore che richiede “carburanti” rari e costosi:
• l’attenzione
• l’integrità interiore
Vediamo meglio.
L’attenzione
Prestare attenzione è faticoso.
Richiede energia e, come ogni capacità, allenamento.
L’attenzione è drenata da distrazioni del mondo esteriore e del mondo esteriore.
Nel mondo esteriore siamo bombardati da stimoli: rumori di varia natura, notifiche mail, sms, watsapp, i diversi social.
La pubblicità, la radio, la televisione. E poi oltre alla versione in digitale ci sono gli altri … in carne ed ossa.
Tutti vogliono la tua attenzione.
Detto in altre parole:
il mondo che ti circonda ti conduce ad allenare la distrazione piuttosto che l’attenzione.
Quando entri in relazione con gli altri la tua capacità di prestare attenzione all’altro ne risente.
Ma c’è di più.
Oltre alle distrazioni del mondo esteriore ci sono quelle del mondo interiore.
Nel mondo interiore ci sono le distrazioni legate alla tua mente e alle sue “secrezioni”: i pensieri.
Quando lavoro in aula chiamiamo questi pensieri le “barriere all’ascolto attivo”.
Qui di seguito riporto alcune di queste barriere:
• pensare di sapere cosa ci stanno per dire
• pensare alla risposta da dare mentre l’altro sta parlando
• pensare di avere e dover dare ogni volta la soluzione
• pensare che non sia importante per noi
• pensare di dover rispondere subito per timore di dimenticare quello che si vorrebbe dire
• pensare che quella persona non può avere nulla di interessante da dirci
• pensare ad altre cose che ci preoccupano
L’integrità interiore
Per integrità interiore intendo vedere chiaramente il proprio mondo interiore e quello che sopra abbiamo chiamato “seme” dell’intento.
In questo caso abbiamo già detto che l’ostacolo principale è il nostro Ego e che se vuoi puoi approfondire con questo strumento.
Come: i passi che aiutano l’ascolto attivo
Vorrei che esistesse una scuola che insegna ad ascoltare: un buon manager deve saper ascoltare tanto quanto deve saper parlare. L. Iacocca Condividi il TweetDopo questa panoramica di cosa e perché è più semplice mettere a fuoco il come.
Cioè i passi che ti aiutano a praticare l’ascolto attivo.
Sono i passi che ho distillato in anni di auto osservazione e di errori che ho fatto nel mettere in pratica questa capacità “strategica”.
Ammetto che riesco ad applicare abbastanza efficacemente questi passi in contesti professionali (counselling e coaching) e con le persone importanti della mia vita (in primis mia figlia – ciao Ilariù ti voglio bene).
Poi man mano che esco da queste relazioni sono un po’ meno disciplinato e quindi meno efficace.
Perché mi dici questo?
Perché da un lato voglio metterti in guardia da false aspettative.
Questi passi sono molto semplici ma difficili da mettere in pratica e serve avere una motivazione forte per riuscirci.
Dall’altro ti garantisco che è possibile allenare e raccogliere risultati: se vuoi puoi.
Per questo prima ci siamo fermati a rispondere alla domanda “perchè l’ascolto attivo è così importante”.
Avere chiara l’importanza ti può aiutare a trovare la motivazione per mettere in pratica i passi che stiamo per vedere.
Racchiudo questi passi in 4 macro fasi:
• centratura
• integrità interiore
• concentrazione
• interazione
E la peppa! Ma che eh sta roba dobbiamo ascoltare o lanciare un missile nello spazio?
In effetti può sembrare eccessivo e lungo.
Ti garantisco che raccontarti queste fasi è un po’ come quando racconti un sogno: dura pochi secondi ma a comunicarlo ad altri impieghi qualche minuto.
Centratura
Prima di ascoltare gli altri ascolta te stesso. Condividi il TweetHo imparato dai miei errori che prima di ascoltare l’altro è importante ascoltare sé stessi.
Come abbiamo visto sopra ascoltare richiede attenzione, il ché a sua volta richiede concentrazione ed energie.
Per questo consiglio, prima di ascoltare altri di ascoltare te stesso.
Se:
- hai energie basse
- o sei in uno stato di disagio emotivo (sei arrabbiato, triste, affranto, etc.)
è sconsigliato ingaggiare un processo di ascolto.
In questi casi rendere attivo l’ascolto sarebbe molto molto complicato e cadresti molto probabilmente nell’ascolto passivo o selettivo con le conseguenze negative che abbiamo visto sopra.
Se hai buone energie a disposizione e non c’è disagio emotivo:
- elimina le distrazioni del mondo esteriore (si anche il cellulare. Se lo spegni non muore nessuno. Ci sono studi che lo confermano 😉)
- e passa alla integrità interiore.
Integrità interiore
Questa è la fase in cui metti a fuoco:
• l’intento di ascoltare
• il seme dell’intento (il perché dell’ascolto).
Ricordare a te stesso:
• l’importanza dell’ascolto attivo (attento + nutriente)
• le conseguenze negative quando manca
ti aiuta nella prossima fase quando inizia l’ascolto vero e proprio.
Concentrazione
Cerca di non pensare a un orso bianco e questo continuerà a venirti in mente. F. Dostoevskji Condividi il TweetSu come concentrarsi ho scritto una guida completa che ti invito a leggere se ancora non l’hai fatto.
Qui ci focalizziamo sulla concentrazione finalizzata all’ascolto.
Mettere a fuoco l’intento di ascoltare in modo attivo e ricordarci perché l’ascolto è importante ti mette in condizione di partire col piede giusto.
Ti aiuta a prestare attenzione all’altro.
Questo non toglie che possano intervenire distrazioni specie del mondo interiore.
In questo caso ti aiuta la consapevolezza.
Consa intendi per consapevolezza?
Intendo notare quando ti stai per distrarre o ti sei distratto e ritornare “gentilmente” a prestare attenzione.
E cosa noto?
Puoi notare dei segnali come:
• tamburellare delle dita
• guardare l’orologio
• guardare il cellulare (se hai dimenticato di spegnerlo perché non ti fidi degli studi che spegnerlo per qualche minuto non ti uccide 😉)
• interrompere l’altro.
Oppure se sei un po’ allenato noti le barriere all’ascolto attivo che cominciano ad arrivare.
Arrivano cioè i pensieri del tipo:
“ok vabbè ma questo me l’hai già detto ieri”
“dai sbrigati che facciamo notte qua”
“osta bisogna che l’interrompo e gli dico sta cosa che sennò me la dimentico”.
E come faccio a mandare via giudizi, pensieri-barriera?
In che senso mandarli via? Tipo le zanzare?
Nel senso impedire che arrivino, non avere giudizi.
Mmmm ho capito l’inghippo qua.
Allora:
i pensieri (giudizi, pregiudizi non importa) non li puoi impedire. Arrivano. Sono fuori del tuo controllo.
Fidati chi ti parla ha provato per anni a “spegnere” i pensieri.
Non funziona. Cercare di non pensare non funziona perché non è possibile. Dostoevskji lo spiega bene.
Beh allora come si fa?
Si fa che ti “limiti” ad osservare, a notare i pensieri (giudizi, pregiudizi).
E cosa faccio quando noto questi segnali o distrazioni?
Fai un leggero sorriso e riporti gentilmente la tua attenzione a chi ti sta parlando.
Tutto qua?!? Beh allora è facile.
In effetti … per la precisione direi semplice (da capire) non sempre facile da mettere in pratica.
Per questo dopo se vuoi ti lascio un po’ di esercizio di allenamento.
Ok ora andiamo avanti facendo un brevissimo punto della situazione.
Come abbiamo visto sopra l’ascolto attento consiste nel:
• concentrarsi sulla persona che ci sta parlando
• comprendere cosa ci dice e cosa significa ciò che ci dice
• dimostrare che stiamo ascoltando.
Abbiamo smarcato il “concentrarsi” sull’altro.
Ora c’è l’ultimo passo dell’ascolto attivo.
Interazione
Qui fai vedere che stai ascoltando e ti sforzi di comprendere cosa l’altro dice e cosa significa.
Ok, ma come?
Il modo più semplice è:
• fare domande
• riassumere
per verificare la tua comprensione.
Ad esempio:
“senti ma quando dici …. Cosa intendi?”
“mmm vediamo se ho ben compreso stai dicendo che …?”
In questo modo:
• dimostri sia che stai ascoltando (e interesse all’altro)
• puoi comprendere meglio cosa l’altro dice e il significato di ciò che dice.
Inoltre, specie se il tuo tipo di personalità è analitico, ti può aiutare ogni tanto mandare qualche segnale non verbale che stai ascoltando.
Specie al telefono.
Capita spesso infatti agli analitici che l’altro al telefono chieda “oi ma ci sei ancora?” e loro rispondono “si si ti sto ascoltando” 😉.
Ok ma cosa intendi per segnali non verbali?
Fare cenni col capo, oppure “cenni” con la voce tipo “mmm mmm” “ok” a sottolineare che sei ancora con la persona e la stai seguendo.
Sai com’è, gli altri non sono abituati all’ascolto attivo, per cui se stai in completo silenzio possono interpretare che stai fantasticando sulla tua prossima vacanza o stai dormendo ad occhi aperti 😉.
Ok bene allora mi sembra che sia ora di fare un riassunto e di passare all’allenamento non credi?
Riassunto
1. L’ascolto attivo ti consente di costruire relazioni basate sulla fiducia e il rispetto con gli altri
2. Sentirsi importanti, capiti rispettati è un bisogno di fondo degli esseri umani.
3. L’ascolto attivo è uno “strumento” molto potente per:
a. soddisfare questo bisogno
b. dimostrare agli altri che li consideri importanti e hai la volontà di accogliere e capire il loro punto di vista.
4. Per questo motivo l’ascolto attivo è un modo per fare la differenza. Al lavoro e nella vita.
5. Questo vale per tutti i mestieri e in particolare per quello del leader e del genitore.
6. L’ascolto attivo è molto importante ma anche molto difficile.
7. Richiede due “ingredienti” preziosi: attenzione e integrità interiore.
8. Ci sono barriere nel mondo esteriore e nel mondo interiore.
9. Ciò che ti aiuta nell’affrontare queste barriere e “condire” l’ascolto con gli “ingredienti” giusti è seguire quattro passi:
• centratura
• integrità interiore
• concentrazione
• interazione
Allenamento
Conoscere non basta occorre applicare. Volere non basta occorre agire J W Goethe Condividi il Tweet
La missione del progetto #coltivalacrescita è fornirti spunti, metodi e strumenti utili a realizzare cambiamenti che possono fare la differenza. Al lavoro e nella vita. La tua e chi ti circonda.
Per realizzare questa missione a questo punto è necessario passare dalla teoria alla pratica.
Altrimenti rimani nel campo delle conoscenze e dei buoni propositi e continui a fare quello che hai sempre fatto.
Embè?
Se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto.
Anche nell’ascolto ;-).
Per questo motivo ti propongo:
• un esercizio di allenamento
• uno strumento di approfondimento.
Esercizio di allenamento
L’approccio suggerito per l’allenamento è quello dei piccoli passi.
Nel senso che prima di portare quanto appreso in questa pillola formativa nel mondo delle relazioni ti può aiutare fare un “dry run”.
Eccheè sto dryrunne ammericano magggnamaccaraoni ao’: parla come mangi!
Hai ragione: intendo allenare i passi e le capacità che abbiamo visto “a secco”.
Cioè inizialmente senza un interlocutore davanti a te. Vediamo come.
Centratura
Scegli un momento della giornata in cui non sei troppo stanco o stressato.
Ascoltati per verificare che effettivamente hai un buon livello di energia e un basso livello di stress.
Integrità interiore
Metti a fuoco:
• l’intento di allenare l’ascolto
• il seme dell’intento (perché vuoi allenarlo, con quali persone significative della tua vita – lavorativa e non – vuoi migliorare il tuo ascolto?)
Concentrazione
Vai a questo podcast.
Spegni il cellulare (così alleni anche questo gesto che tanto ti terrorizza. Come ti dicevo hanno confermato studi autorevoli che a spegnerlo per tre minuti non muori ne te ne nessun altro 😉).
Punta il timer a 3 minuti
Quando la mente si distrae:
• lo noti
• ti fai i complimenti (notare che ti sei distratto è “consapevolezza” ed in questo modo la stai allenando … complimenti!)
• riporti gentilmente l’attenzione al podcast.
Interazione
Ora fai un riassunto di ciò che hai ascoltato.
Se ti vengono delle domande da farmi scrivile nei commenti del podcast e sarà mio enorme piacere risponderti.
Se vuoi puoi ripetere questo esercizio con successivi 3 minuti di quel podcast.
Una volta che hai preso dimestichezza con le fasi dell’ascolto attivo puoi iniziare a portare le tue capacità nella vita vera.
Siamo la media delle 5 persone con cui interagiamo più spesso. Cit Condividi il TweetSe hai un collega, amico, partner che:
- condivide con te la motivazione a fare la differenza nel lavoro e nella vita
- che vuole allenarsi a sviluppare questa capacità strategica potete fare qualche allenamento insieme.
Come?
Prima di tutto condividi questo articolo con i tuoi contatti grazie ai bei pulsantini colorati che ci sono in fondo.
Oi le studi proprio tutte tu pur di farmi condividere i post del blog eh?!?!?
Beh in effetti le condivisioni sono indispensabili per sostenere questo progetto e farlo proseguire.
Per cui grazie per ogni condivisione che farai, con un gesto di un secondo premi un lavoro di ore e ore.
Quindi una volta che tu e il tuo compagno di allenamento avete:
• letto l’articolo
• e fatto il primo esercizio “a secco” visto sopra,
a turno vi mettere in modalità ascolto attivo e seguite i passi del processo visto fino ad ora.
Dopo un po’ di allenamenti con il tuo compagno di ascolto puoi portare l’allenamento nella arena della vita e fare la differenza!
Ok e se voglio allenare di più quella consapevolezza che mi sembra utile averne di più che faccio?
In quel caso puoi usare Meditraining.
Uno strumento messo a punto per sviluppare capacità e atteggiamenti importantissime nelle competenze relazionali, organizzative e di consapevolezza interiore.
Ok dopo l’allenamento passiamo ad alcune domande per te e poi chiudiamo.
Domanda e spunti di consapevolezza
Sopra abbiamo visto alcune barriere all’ascolto attivo.
Quali sono quelle in cui incappi più spesso?
Quali altre barriere all’ascolto ti capita di incontrare quando interagisci con altri?
Fammi sapere usando lo spazio per i commenti in fondo alla pagina.
Ultima domanda.
Quali sono le persone con cui intendi aumentare le dosi di ascolto attivo e perché?
Anche in questo caso se vuoi puoi scrivere la risposta nei commenti.
Condividere un intento nei commenti ti può aiutare a metterlo in pratica: le persone infatti si attengono di più ai propositi e alle promesse che hanno dichiarato pubblicamente.
Ok ora ho terminato.
Ogni condivisione di questo post sarà una forma di apprezzamento molto molto gradito 😉.
Ci sono dei bellissimi pulsantini colorati per farlo ;-).
Grazie di cuore e alla prossima. Mirco
Risorse menzionate nell’articolo
- Comunicazione efficace
- Percezione: 9 motivi pratici per conoscerla meglio
- Come concentrarsi: la guida definitiva per avere focus e non disperdere energie
- Ma perchè mai uno sherpa online?[Podcast]
- Ascolto empatico semplice
- Meditraining®:apprendere meditando
- Comunicazione assertiva dalla a alla z
- Tipi di personalità e potere relazionale
PS: Hai delle domande?
Scrivimi a mirco@mircobosi.com.
Se la domanda è di utilità generale, risponderò tramite un video che spero possa essere utile non solo a te, ma anche ad altre persone in situazioni o con problemi simili a quelli della tua domanda.
Per:
- maggiori informazioni sul tipo di domande che puoi farmi
- per vedere risposte che ho già dato “Mirco risponde”
dai un’occhiata a questa pagina.
Man mano che rispondo alle domande e “sforno” i nuovi video ti invierò una mail all’indirizzo che hai usato per iscriverti alla newsletter del Blog.
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3 risposte
ciao Mirco,
rileggendo le barriere, l’errore che personalmente faccio spesso è quello che le sperimento tutte! non tutte insieme e con lo stesso interlocutore, ma ad ogni interlocutore “conosciuto” ne associo sempre la stessa/due. su questo in realtà mi sto già allenando con il figlio, con il quale cadevo spesso nella prima barriera (so già cosa mi vuole dire…che io traduco in “la mamma sorda capisce il figlio muto”) e quindi spesso bloccavo sul nascere quello che stava iniziando a dirmi. vero è che 99% azzeccavo…vero è che però le sue reazioni sono cambiate. adesso parla di più, e ascolta con più attenzione quello che gli dico. me ne accorgo dalle domande di approfondimento che poi mi fa. sul lavoro sto facendo lo stesso questa “fatica” nell’ascoltare tutti in modo attivo, giorni ci riesco bene, altri meno. la cosa che ho deciso di fare da oggi è che per ogni giornata di lavoro mi scrivo la cosa più interessante che ho “ascoltato”, (che si tratti di consigli di lavoro, di richieste, di spunti per migliorare) e provo ad approfondirla. la fatica non sarà tanto quella di approfondirla ed eventualmente realizzarla (in realtà lo faccio già spesso…), ma quella di crearmi un processo di ascolto formalizzato!
Ciao Ermete mi fa molto piacere ritrovarti qua, grazie per la tua condivisione. E’ piacere vedere come una chiara percezione delle tue abitudini vada a braccetto con l’impegno a migliorarle. Al lavoro e nella vita. Ammiro anche la tua determinazione nel condividere in pubblico il tuo intento. In questo modo oltre a dare una mano a te stesso “rompi il ghiaccio” e spero che altri lettori del Blog ti seguano a ruota. Ognuno a modo suo, in questo modo può fare la differenza nella propria vita e in quella degli altri. Al lavoro e nella vita. Complimenti e in bocca al lupo per il tuo intento. Io sono qua a tifare per te e il tuo metodo. Alla prossima. Mirco.
Ps non dimenticare di mettere a processo la condivisione del post 😉
Ciao Mirco, appena lette le barriere all’ascolto, ho avuto una consapevolezza immediata, ossia che ho utilizzato il “sapere cosa mi stanno per dire” nell’interazione con mio figlio, ragion per cui mi rimandava che non lo ascoltavo!
Grazie per i molteplici nutrienti elementi di riflessione presenti nel tuo blog.
Con stima,
Brunella