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La motivazione ti scende? Scopri come restare motivato

Hai tante idee e cose che vorresti fare, però dopo che inizi ti stufi e ti capita di perdere la motivazione? In questo articolo scoprirai il perché e come risolvere.

[bctt tweet=”“Spesso una sana ossessione è una componente essenziale di un grande successo” D. Mridha” via=”no”]

la motivazione

Il problema che affronteremo in questo articolo è come mantenere la motivazione alta nel tempo.

Ciò che aiuta tutti noi a mantenere alta la motivazione nel tempo è avere un perché forte e fare delle distinzioni.

Partiamo dalle distinzioni.

Se preferisci c’è anche il video.

Distinzione tra noi stessi e l’Ego Infantile

Occorre fare una prima distinzione tra:

  • noi stessi, come il Capitano della nostra anima o amministratore delegato della Me Stesso S.p.A.
  • ed il nostro Ego Infantile, un personaggio del nostro mondo interiore che ognuno di noi si porta a spasso, un personaggio che tendenzialmente non vuole fare fatica, vuole evitare il disagio e vuole tutto subito.

Quindi, la prima distinzione è tra noi stessi, come coloro che hanno in mano la nostra vita e il nostro Ego Infantile.

Distinzione tra idea ed ossessione

L’altra distinzione è tra un’idea e un’ossessione

Questo introduce il tema del perché forte.

L’Ego Infantile ha tante idee.

Io penso di essere una cintura nera terzo dan nella generazione di idee, ogni giorno mi sveglio con delle idee nuove ma un po’ come capita a te, come capita a tutti, con le idee non si va molto in là.

Perché dico che serve un’ossessione?

L’importanza di un perché forte

[bctt tweet=”“Io non sono talentuoso, sono ossessionato” C. McGregor” via=”no”]

L’ossessione è un’idea che è accompagnata da un perché forte.

Per realizzare i nostri obiettivi, per manifestare nella realtà dei risultati, se i risultati che vogliamo realizzare sono meritevoli del nostro impegno e della nostra fatica ci porteranno ad uscire dalla nostra zona di comfort.

Quella zona dove stiamo comodi, dove siamo a nostro agio e dove facciamo quello che abbiamo sempre fatto.

Quando abbiamo un’ossessione, spesso questa ossessione ci porta fuori dalla nostra zona di comfort e allo stesso tempo ci dà la motivazione, la benzina motivazionale per gestire l’Ego Infantile.

E’ necessario gestire questo personaggio perché lui non vuole far fatica, non vuole sentire il disagio.

Quando hai un perché forte è più facile gestire il nostro Ego Infantile.

Se non abbiamo un perché forte, un perché fare fatica forte, è difficile tenere a bada questo bambinetto.

Per cui, il meccanismo che ho descritto a inizio articolo mi risuona molto sia a livello personale che professionale, perché personalmente sono caduto tante volte questa trappola.

Dicevo “Ahhh che bell’idea”, faccio questo e quello, ci lavoro e dopo un po’ mi fermo.

Anche a livello professionale nell’accompagnare altri nello sviluppo del loro potenziale come coach o counselor, questo fenomeno è molto frequente.

L’Ego Infantile ha idee a raffica, ma quando le idee sono in senso lato superficiali, cioè non agganciate a dei nostri bisogni valori e passioni, è più difficile tenere a bada il bambinetto che ognuno di noi si porta a spasso.

E dopo un po’ l’Ego Infantile fa il suo mestiere e ci distrae facendoci abbandonare l’obiettivo che ci siamo dati.

La tecnica Sankalpa

Ora qui, dal mio punto di vista, è molto utile una tecnica, un approccio che ho appreso nei miei viaggi pratico spirituali in India.

Questa tecnica si chiama Sankalpa e per me è molto utile perché fa una distinzione tra l’intento ed il perché dell’intento.

L’intento è un desiderio forte, non è una semplice idea o un desiderio passeggero, è un qualche cosa che sentiamo fortemente di voler fare.

Il seme dell’intento è il perché vogliamo questa cosa che desideriamo così fortemente.

Qui la domanda da farsi è se questo seme, questo perché, è un perché nutriente, è un perché che nutre noi e nutre le altre persone.

Quando sono delle idee o dei desideri del nostro Ego Infantile manca questo requisito.

Mhh.. un esempio?

L’esempio che faccio spesso è quello del vicino di casa che ha un bel giardino.

Una sera rientriamo stanchi dal lavoro, parcheggiamo la macchina e vediamo l’erbetta fina fina, tutta verdina e molto carina con i fiori molto curati…

L’Ego Infantile dice “Guarda che bello! Adesso lo voglio anch’io”.

Il giorno dopo, anche un po’ per distrarci dalle fatiche lavorative, andiamo al negozio dove ci sono tutti i prodotti per il giardino, così il nostro Ego Infantile si diverte perché proietta già l’immagine di come sarà bello il nostro giardino eccetera eccetera…

Compriamo i fertilizzanti, compriamo quei 3-4 aggeggi eccetera eccetera.

Poi per due giorni facciamo 2-3 operazioni e dopo, siccome non c’è un’ossessione, non c’è un bisogno forte, non c’è una passione per il giardinaggio, che invece evidentemente il vicino di casa ha, cosa succede?

Perdiamo la motivazione e lasciamo perdere perché siamo esseri umani, perché è fisiologico.

Quindi qui il problema non è se ad un certo punto noi molliamo la realizzazione dell’obiettivo, il problema è:

Prima di iniziare ad intraprendere un percorso verso un obiettivo, chiedersi se il seme, il perché che ci spinge verso quell’obiettivo, è legato

Ribadisco che serve un ossessione, un intento forte legato ad una nostra passione, quello è più probabile che ci faccia fare la fatica di portare avanti l’obiettivo.

La motivazione, come disse uno dei miei studenti di un percorso manageriale, è l’anestetico del sacrificio.

A me piace la parola sacrificio perché mi ricorda sacrum facere.

Cioè fare qualcosa di sacro nella concezione non religiosa ma nel senso che fa del bene, nutre noi stessi e gli altri.

Ecco, quando c’è questo tipo di ingrediente è più facile fare fatica ed avere l’anestetico contro i capricci del nostro Ego Infantile.

Quando invece già il punto di partenza è “un capriccio dell’Ego Infantile” è più difficile portare avanti il nostro intento ed è più facile arenarsi.

Altri accorgimenti per mantenere alta la motivazione

Bene, ora questo è il punto di partenza, poi è chiaro che ci possono essere altri accorgimenti per mantenere alta la motivazione.

Ad esempio darsi degli obiettivi con un perché forte ed iniziare con un approccio che a livello manageriale si chiama impatto complessità crescente.

Sarebbe?

Semplificandolo il più possibile vuol dire che si inizia a piccoli passi da un lato ed accettando che all’inizio non cambia il mondo, ma in questo modo ci si muove – metaforicamente – in punta di piedi così il nostro Ego Infantile non si sveglia.

Pian pianino realizzando piccoli risultati raccogliamo un po’ più di energia per gestire l’Ego Infantile quando si ribellerà.

Dico “quando si ribellerà” perché per realizzare risultati si fanno delle cose sempre più complesse e sempre più difficili e all’aumentare della difficoltà è probabile che l’Ego Infantile si ribella, ma a quel punto avrai già hai innescato un circolo virtuoso che ti aiuta a gestirlo.

L’altra cosa è suddividere il percorso che ti porta al risultato finale in delle sotto tappe.

Perché se c’è una cosa che – dimostrato scientificamente – ci dà energia, ci dà un boost, la motivazione, è proprio portare a termine qualche cosa.

Ora, se l’obiettivo è a medio lungo termine è chiaro che è più probabile cadere nelle grinfie dell’Ego Infantile che dice “Ma chi te lo fa fare! Ma lascia stare qua e là” e tutte le scuse del mondo.

Invece se suddividi il percorso in sotto tappe è più probabile arrivare alla conclusione della sotto tappa e questo ti dà un’altra piccola iniezione energetica.

Se desideri approfondire degli aspetti legati in senso stretto agli obiettivi, eccoti il link ad un articolo gratuito nel mio blog.

Se invece vuoi imparare a gestire l’Ego Infantile – il più grosso freno al tuo potenziale – per iniziare a vivere la vita che desideri davvero ho qualcosa che fa per te.

Ti consiglio questa risorsa perché averlo grosso (l’Ego Infantile) senza avere gli strumenti per gestirlo e le competenze del mestiere di l’amministratore delegato della Me Stesso S.p.A. è un grosso problema.

Di fatto l’Ego Infantile:

  • ti ostacola nel perseguire il percorso verso la tua visione impedendoti di vivere la vita che desideri davvero;
  • è il principale freno al tuo potenziale;
  • brucia le tue risorse come il tempo, l’energia, la salute e il denaro.

Come hai letto nell’articolo, anch’io sono stato inconsciamente vittima di questo personaggio distruttivo, che per diversi anni ha frenato i risultati che avrei potuto raggiungere costringendomi in un recinto di insoddisfazione, demotivazione ed apatia.

Ho subito i suoi danni finché non ho detto basta ed ho dedicato più di dieci anni della mia vita a studiare da vicino questo personaggio infingardo e capire come tenerlo a bada.

E, dopo più di 10 anni di studi e ricerche e escursioni “pratico-spirituali” in India e Uk, e 3 master (counselling gestaltico, counselling olistico, e ipnosi) ho cominciato a condividere gli strumenti per gestire l’Ego Infantile con i miei clienti storici nelle grandi aziende multinazionali.

Ora con la nascita del progetto Coltiva la Crescita questi strumenti esclusivi e testati sono a disposizione – non più di una elite ristretta – ma anche del grande pubblico.

Il primo e il punto di partenza è accedere al corso gratuito e alle email per gli iscritti al Blog.

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Spero che l’articolo ti sia piaciuto.

Se hai dubbi, domande o considerazioni scrivile nei comenti qua sotto e sarà mio piacere leggerti.

Se vuoi condividere questo contenuto con i tuoi contatti puoi usare i pulsantini colorati social che vedi qua sotto, io te ne sarò grato: è riconoscimento molto gradito per l’impegno che io ed i ragazzi del mio team abbiamo profuso.

Alla prossima.

Mirco

Immagini: Google images

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