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Percezione: 9 motivi pratici per conoscerla meglio

La percezione sembra qualcosa di teorico ma ci sono almeno 9 motivi molto molto pratici per iniziare a conoscerla un po’ meglio. Curioso?

Non c'è niente di più pratico di una buona teoria. K. Lewin Condividi il Tweet

percezione

Capire come funziona la percezione ti può aiutare in diversi campi: nel lavoro e nella vita.

Per farti solo alcuni esempi questo precesso mentale è collegato:

  1. Comunicazione efficace
  2. Ascolto attivo
  3. Ansia e Stress
  4. Gestione della prestazione
  5. Il feedback
  6. Diventare più persuasivo
  7. Come interagire empaticamente con gli altri
  8. L’autostima
  9. La gestione dei conflitti

In pratica:

capire come funziona la percezione è il punto di partenza per ottenere più risultati e aumentare il tuo benessere nel lavoro e nella vita.

Un esercizio di riscaldamento

Iniziamo questa pillola formativa con un esercizio di riscaldamento.

Alleniamo un pò la tua memoria.

percezionePrenditi 30 secondi non di più e guarda bene questa immagine.

E’ la stessa immagine con la ragazza che c’è in apertura di questo articolo.

Osserva attentamente i dettagli della immagine.

Ad esempio il nasino grazioso e il filo di perle attorno al collo.

Ci serviranno tra un pò.

Fatto?

Ok bene, ora che hai deposistato queste tracce nella tua memoria passiamo alla pillola.

Cosa è la percezione

Partiamo da una definizione.

La percezione è un processo della mente con cui:

stimoli del mondo esteriore o interiore diventano immagini mentali con un significato che poi orienta e dirige il comportamento.

Apperò “dirige e orienta il nostro comportamento” potente questa percezione!

Infatti.

Avere ben chiaro questo aspetto ti fa capire quanto è importante questo processo.

Visto che si parla di processo ci saranno delle fasi giusto?

Giusto, nella percezione ci sono due fasi:

  • attenzione
  • interpretazione

L’attenzione

Uno stimolo prima di poter diventare una immagine mentale e orientare il tuo  comportamento deve avere la tua attenzione.

Altrimenti ciccia.

Quindi “no attenzione no party”.

Beh in effetti 😉.

E cosa attira l’attenzione?

Nel gergo tecnico si parla di caratteristiche soggettive dello stimolo.

Detto in italiano: tutto quello che è importante per te.

Un esempio semplice è il tuo nome.

Per questo spesso capita che quando stai parlando con qualcuno e senti qualcun altro pronunciare il tuo nome ti distrai e ti giri.

E’ normale: Il tuo nome per te è importante.

E’ uno stimolo a cui è collegata la tua identità.

Ci sono altre caratteristiche dello stimolo che incidono sulla tua attenzione.

Tre in particolare:

  • novità
  • intensità
  • intermittenza
  1. Novità: la mente ha bisogno di novità. Lo stesso stimolo ripetuto nel tempo anche se interessante e importante perde li suo potere attrattivo. Tutto ciò che è nuovo e improvviso viene più facilmente percepito.
  2. Intensità: qui entra in gioco il principio del contrasto. Ad esempio prezzo scontato se vicino al prezzo pieno attira di più l’attenzione del solo prezzo scontato, oppure se noti tendiamo ad alzare il volume della voce quando vogliamo attirare l’attenzione
  3. Intermittenza: l’esempio più semplice sono le insegne … intermittenti. Oppure le pause quando stai parlando. Se ci fai caso a volte fare una pausa ti aiutare ad attirare l’attenzione del tuo interlocutore.

Ok dopo aver dato un’occhiata all’attenzione passiamo alla seconda fase della percezione.

L’intepretazione

La fase di interpretazione fornisce un significato agli stimoli che arrivano alla nostra attenzione.

Il significato dipende dallo schema mentale utilizzato per interpretare la situazione.

Per capire meglio come funziona questo meccanismo ci aiuta l’esercizio introduttivo.

Ti ricordi? Ti ho chiesto di guardare una immagine.

Ora ti chiedo di guardare questa seconda immagine.

Ok hai guardato alla seconda immagine?

Cosa ci vedi?

E’ molto probabile che tu veda la ragazza di prima un po’ più agghindata.

E perchè dico che è molto probabile?

Perché nelle istruzioni che ti ho dato all’inizio di questo articolo ti ho condizionato.

E in che modo?

Beh ti ho condizionato introducendo e rafforzando uno schema “ragazza” nella tua mente.

L’ho fatto:

  • chiedendoti di guardare attentamente una immagine
  • dicendoti che era una ragazza col naso carino etc.

E se ora io ti dicessi che ti stai sbagliando?

E se ti dicessi che nella seconda immagine non c’è una ragazza e che invece c’è una anziana signora con un bel mento pronunciato e un naso … importante?

Chi avrebbe ragione?

Io o te?

Il punto è che in questo caso non avrebbe ragione nessuno dei due.

L’immagine infatti si presta a diverse interpretazioni.

Ci si  può vedere una giovane raggazza o una anziana signora.

Ok forse non riesci a vedere l’anziana signora.

Se non la riesci a vedere è normale come ti dicevo.

Perché all’inizio dell’articolo ti ho condizionato impostando uno schema “ragazza” che ora ti impedisce di applicare lo schema mentale “anziana signora” e quindi hai difficoltà a vederla.

percezioneOK prova a guardare questa terza immagine .

Qui c’è uno schizzo,  uno schema abbozzato dove dovresti vedere l’anziana signora di profilo.

Dopo aver visto la signora anziana in questo schizzo dovrebbe essere più facile vederla anche nella seconda immagine.

In ogni caso se non ce la fai ora, non ti accanire.

Potrai tornarci più avanti.

Ora infatti passiamo alla morale. Nel senso di conclusione, apprendimento che si può trarre da questo esercizio.

E quindi? Impatto della percezione sulla relazione con noi stessi e le cose da fare

Non vediamo il mondo come’è ma come siamo noi. Cit Condividi il Tweet

E quindi quale è la morale di questo esercizio?

La morale può essere riassunta nel mantra:

Non vediamo il mondo come’è ma come siamo noi.

Cioè vediamo la realtà in base a come siamo condizionati a vederla.

E cosa è che ci condiziona?

Gli schemi mentali.

In questo caso entravano in gioco due schemi mentali:

  • ragazza
  • anziana signora

che hanno influenzato cosa vedevi nella seconda immagine che ti ho proposto.

Conseguenze pratiche di usare uno schema piuttosto che un altro?

Nessuna. Zero. Nada.

L’esercizio mi serviva solo per farti vedere il meccanismo.

Farti vedere:

  • come funziona la percezione
  • come ciò che vediamo nella realtà dipende dagli schemi utilizzati
  • e come questi schemi ti condizionano.

Per comprendere l’impatto di uno schema mentale nella vita reale puoi prendere invece il caso che ho presentato in questo articolo:

Atteggiamento mentale: cosa rischi se fai confusione.

Per leggerlo impiegherai un minuto.

Mostra come lo schema mentale “se faccio errori significa che sono un fallimento” ti può condizionare nella vita.

Un condizionamento che blocca la crescita il benessere e la prosperità.

E quindi? Impatto della percezione nella relazione con gli altri

La percezione ovviamente ha un impatto anche nella relazione con gli altri.

Infatti:

  • ciò a cui presti o non presti attenzione,
  • quanto i tuoi schemi mentali sono “allineati” con gli schemi delle persone con cui sei in relazione

influenza moltissimo i risultati che ottieni e le energie che investi.

Per questo motivo quando comunichi, ascolti o cerchi di convincere qualcuno, hai conflitti con gli altri, e tante altre situazioni che andremo via via ad affrontare in questo blog aiuta avere in mente come funziona la percezione degli esseri umani.

Come si formano gli schemi

A questo punto mi viene una curiosità: ma da dove vengono ‘sti schemi?

Gli schemi mentali con cui interpretiamo gli stimoli possono essere:

  • innati (come ad esempio le preferenze di personalità)
  • acquisiti.

Gli schemi acquisiti vengono depositati nella nostra memoria tramite diverse modalità di apprendimento.

E la maggior parte di questi schemi si forma durante i primi anni della nostra vita.

Se hai usato lo strumento Mental Training ricorderai probabilmente il capitolo con le modalità principali con le quali apprendiamo durante la nostra infanzia:

  • ripetizione,
  • imitazione,
  • emozione.

In estrema sintesi durante l’infanzia il cervello deposita nella memoria schemi mentali in base a:

  • ciò che gli viene ripetuto più spesso, (ripetizione)
  • ciò che vede e osserva da figure importanti (imitazione)
  • ciò che provoca emozioni forti (emozione).

Altri schemi vengono acquisiti nella vita adulta tramite percorsi formali (ad esempio scuola università) o informali come ad esempio intuizioni ed errori.

Come si formano gli schemi mentali: un esempio

Qui trovi un video in cui puoi  vedere in azione il meccanismo dell’apprendimento di schemi mentali tramite l’imitazione.

Un meccanismo importante per due mestieri:

  • genitore
  • leader

Ti lascio dare un’occhiata se vuoi e poi andiamo verso la conclusione di questo articolo.

Ok hai visto il video?

Fa riflettere vero?

E come ti dicevo il meccanismo funziona sia nella relazione figli genitori ma anche in azienda nella relazione tra i leader ed i loro collaboratori.

Non solo in negativo come in questo video, ma anche in positivo.

Di qui una espressione anglo-sassone “leading by example”: guidare gli altri dando l’esempio.

Cioè adottando in prima persona un comportamento che poi può essere imitato, diventa uno schema mentale che guida e orienta il comportamento delle persone dell’azienda.

Ok, è ora di andare verso la chiusura. Lo facciamo con un riassunto ed alcuni spunti pratici.

Riassunto

  1. La percezione governa il nostro modo di agire.

Prima di tutto selezionando ciò a cui diamo o non diamo la nostra attenzione.

Se vuoi approfondire il tema dell’attenzione puoi farlo leggendo questa guida su come concentrarsi.

  1. L’altro modo con il quale la percezione controlla la tua vita è tramite gli schemi mentali.

Gli schemi mentali che ti porti a spasso condizionano la tua crescita il tuo benessere e la tua prosperità.

Se fai il mestiere di genitore o leader i tuoi schemi condizionano la crescita benessere e prosperità di altre persone.

  1. Un modo per interpretare la “crescita” è proprio quello di:
  • prendere consapevolezza dei tuoi schemi
  • vedere l’impatto che hanno sulla tua vita in termini di risultati, benessere, soddisfazioni, felicità, prosperità
  • lasciare andare gli schemi che non ti aiutano e adottare schemi più adatti e allineati alla realtà

Per vedere un esempio di come uno schema non adatto blocca la crescita puoi investire 1 minuto in questo articolo.

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E per chiudere … dalla teoria alla pratica

La missione che sto portando avanti con il progetto on line è quella di fornirti spunti utili a:

  • conoscere te stesso,
  • esprimere il tuo pieno potenziale.

Questo a sua volta porta a realizzare cambiamenti che possono fare la differenza.

Al lavoro e nella vita. La tua e chi ti circonda.

Per realizzare questa missione credo sia importante che ci sia a questo punto un passaggio dalla teoria alla pratica.

Cercherò di facilitare questo passaggio alla tua vita quotidiana:

  • uno spunto applicativo
  • e alcune domande che spero siano da “stimolo” per la tua percezione 😉.

Uno spunto pratico

Se vuoi utilizzare una delle conoscenze di questo articolo e metterla in pratica puoi usare il principio di intermittenza in azione.

Prova a fare questa cosa.

Alla prossima riunione o incontro di lavoro quando tu stai parlando e qualcuno si distrae fai 15 secondi di silenzio e sorridi leggermente.

Potrebbe riportare anche i più distratti a seguirti almeno per un po’ …

Alcuni spunti di riflessione

La domanda che faccio a me stesso ogni giorno è: Sto facendo la cosa più importante che potrei fare” M. Zuckerberg Condividi il Tweet

Di seguito ho alcune domande per stimolare la tua riflessione.

  • Quale aspetto di questo articolo ha attirato maggiormente la tua attenzione?

Scrivilo nei commenti così mi aiuti a capire cosa è importante e interessante per te.

  • Su cosa sta andando la tua attenzione maggiormente in questi giorni?
  • E’ veramente importante?
  • C’è qualche condizionamento che hai abbandonato perché hai visto che remava contro la tua crescita benessere o prosperità?

Scrivilo nei commenti così aiuti anche gli altri e consolidi il nuovo schema.

  • Quale è un comportamento che adotti ogni giorno e che aiuta chi ti sta intorno (figli o collaboratori) a sviluppare schemi mentali che aiutano la crescita, benessere e prosperità?

Se ti va condividilo nei commenti. Ti può aiutare a continuare a usarlo.

  • Quale nuovo schema mentale e comportamento vuoi iniziare ad adottare ogni giorno perché ritieni che possa aiutare te e chi ti sta intorno?

Anche in questo caso condividerlo nei commenti ti può aiutare a metterlo in pratica: le persone infatti si attengono di più ai propositi e alle promesse che hanno dichiarato pubblicamente.

Ogni condivisione di questo post sarà una forma di apprezzamento molto molto gradito 😉.

Ci sono dei bellissimi pulsantini colorati per farlo ;-).

Grazie di cuore e alla prossima. Mirco

PS Hai delle domande per me?

Scrivimi a mirco@mircobosi.com.

Se la domanda è di utilità generale, risponderò tramite un video che spero possa essere utile non solo a te, ma anche ad altre persone in situazioni o con problemi simili a quelli della tua domanda.

Man mano che rispondo alle domande e “sforno” i nuovi video ti invierò una mail all’indirizzo che hai usato per iscriverti alla newsletter del Blog.

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3 risposte

  1. ciao Mirco,
    pur se semplice e banale, ricordo spesso da bambino di aver sentito frasi tipo “tu dai il buon esempio”, “questo non si fa”, e di aver creato quindi degli schemi (probabilmente/sicuramente in modo inconsapevole) a cui tutt’ora cerco di far sempre riferimento. da qui l’importanza dei miei genitori…e parallelamente, da qui l’importanza di un leader per la crescita del suo team.
    riguardo agli schemi mentali, per un leader credo che sia una delle cose fondamentali nell’approccio al team. qui chiedo il tuo aiuto e un tuo feedback…trovo vantaggioso per un leader entrare prima in sintonia con gli schemi mentali del suo team (soprattutto per un nuovo team), per comprendere come sono stati costruiti (cultura, abitudini, esempi), da chi, se ci sono e quali sono i vantaggi. e in un secondo momento lavorare per allineare il team ai tuoi schemi. è un errore??
    p.s. scusami se ho divagato dal tema principale…che è la percezione!

    1. Ciao Ermete e grazie per il commento.

      Parto dalla fine: nessun problema ogni domanda è benvenuta.

      Una domanda è infatti un indicatore di interesse al confronto al fine della propria crescita.

      Prima di rispondere vorrei rinforzare il tuo punto di vista (tecnicamente la tua … “percezione”) e così di riffa o di raffa un pò la facciamo rientrare nella nostra chiacchierata ;-).

      Perchè dico rinforzo?

      Perchè credo che guardare al mestiere del leader come un mestiere che “allinea” gli schemi mentali è una descrizione molto accurata della realtà e che ti porta a soffermarti di più su questa chiave di accesso alle menti delle persone che guidi.

      Quando ho creato il progetto “allinea_menti” avevo in mente anche questo aspetto: il ruolo del leader nell’allineare le menti (e i cuori) delle persone che guida alla strategia per creare valore.

      Infatti creare la strategia per capire cosa serve ai clienti e darglielo in modo distintivo è il primo passo.
      Ma il secondo passo è ingaggiare le menti ed i cuori delle persone.

      E come si fa a ingaggiare le menti?

      Si lavora sulla percezione.

      E perchè mai?

      Perchè l’abbiamo visto all’inizio dell’articolo –> LA PERCEZIONE ORIENTA IL COMPORTAMENTO.

      Allora se il leader vuole orientare il comportamento delle persone (visto che lo pagano per farlo 😉 verso la soddisfazione dei clienti è necessario che faccia ciò che dici tu.

      Deve fare per un pò l’antropologo.

      Nel senso di osservare le persone per ricavare gli schemi mentali che “si portano a spasso” e da dove vengono.

      Una volta fatto questo parte rinforzando gli schemi allineati (nel senso di coerenti e funzionali) alla strategia e spiegando il perchè.

      Spiegare il perchè è stramega importante.

      Poi si passa agli schemi disallineati e pian piano partendo da quelli più semplici via via a quelli più complessi si procede con l’operazione di “riprogrammazione”.

      Anche in questo caso (e ancora di più di prima) è fondamentale sottolineare il PERCHE’ dei cambiamenti richiesti.

      Qui da antropologo il leader diventa un “coach” nel senso di facilitatore del cambiamento.

      Più il leder è efficace nel facilitare il cambiamento e più rapidamente si arriva a creare valore per il cliente e si raccolgono i frutti della stratagia.

      Ecco perchè uno dei più grandi leader viventi Jack Welch (anche se ora in pensione … a parte quando si prende centinaia di migliaia di dollari per uno “speech” di poche ore) dice che “Imparare e mettere rapidamente in pratica l’apprendimento è il più grande dei vantaggi competitivi”.

      Se ti viene il dubbio “ma cosa ci azzecca impararare con il cambiare schemi mentali”?

      TI CAPISCO.

      Nella cultura italiana confondiamo l’imparare con il sapere.

      Nella cultura anglosassone invece imparare significa SAPER FARE e per saper fare occorre “allineare” gli schemi mentali.

      Ecco perchè si fa fatica ad imparare nuove competenze che sostengono il vantaggio competitivo dell’azienda: perchè bisogna mettere in discussionne vecchi schemi e introdurne di nuovi.

      Un errore che ho fatto nella esperienza di manager delle vendite era spesso andare in diretta sugli schemi disallineati e insistere sul cosa e sul come.

      Ho imparato a mie spese (e di quelle delle mie persone) che non funziona.

      Nel mio caso il leader stratega e quello antropologo erano (diciamolo dai) molto efficaci.

      Il leader coach molto meno.

      Ma come potresti chiederti ma tu non fai il coach di mestiere?

      Di fatto si e me la cavo anche abbastanza bene (dicono 😉 ) ma entra di nuovo in gioco la percezione.

      Infatti a quel tempo ero vittima di uno stress autogenerato.
      Da cosa?

      Da uno schema mentale: devo fare presto.

      C’era un’ansia di risultato.

      Questo schema auto imposto mi portava ad accelerare i processi (ad esempio saltare i PERCHE’) e questo a sua volta rallentava i tempi aumentando lo stress e via dicendo.

      Capito l’errore l’ho rimediato in corsa con i miei ragazzi e poi l’ho trasformato in opportunità in sede di coaching una volta tornato a vestire quei panni professionali.

      Ed è per questo che nei corsi di leadership ragioniamo sul mantra dei delta force americani “lento è liscio e liscio è veloce”.

      Quindi per chiudere: se nella tua struttura hai una squadra a supporto la squadra diventa una catena di trasmissione di questi meccanismi per cui il primo allineamento va fatto proprio con la squadra.

      E come?

      Proprio come stai facendo tu:

      prima osservare e capire gli schemi operativi nelle persone e la loro origine.

      Poi rinforzare quelli allineati (aggiungo ESPLCITANDO IL PERCHE’)

      Poi passare ad allineare gli schemi disallineati partendo dai più semplici e poi via via passando a quelli più complessi con dosi massicce di PERCHE’.

      Ora non mi resta che salutarti e augurarti buon allineamento ;–).
      Alla prossima. Mirco

  2. Ciao Mirco
    io sono stata molto influenzata dai miei genitori.
    sono caduta nei loro schemi mentali,
    Ho cercato di compiacerli, essere brava , li ho imitati ed ho dimenticato di essere soddisfatta e realizzata nella mia vita.
    Sono riuscita a fare cose che sapevo fossero sbagliate,
    ma imitarli è stato più forte dei miei bisogni.
    Molto interessante la tua lezione.
    Grazie

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