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Smettere di lamentarsi: perché è importante e come fare

Il lamento è un rimedio antistress molto utilizzato di cui spesso non conosciamo gli effetti collaterali. Qui vediamo perché e come smettere di lamentarsi.

Esprimi gratitudine per ciò che hai e smetti di lamentarti. Il lamento infastidisce gli altri, non ti fa bene e non risolve alcun problema – Zig Ziglar Condividi il Tweet
Donna che si lamenta
Donna che si lamenta

Se vuoi avere più risultati al lavoro maggiore realizzazione e serenità nella vita c’è una abitudine tanto improduttiva quanto diffusa a cui prestare attenzione e poi lasciare andare o almeno ridurre il più possibile

Dai lo sappiamo che fumare fa male mica ti ci metterai anche tu .. ormai lo sanno anche i muri.

No non sto parlando del fumare.

Sto parlando di una abitudine altettanto nefasta ma di cui in pochi sono consapevoli degli effetti negativi per la propria crescita, benessere e prosperità.

L’abitudine del lamento.

Prima di vedere gli effetti collaterali di questo rimedio anti stress un pò troppo abusato vediamo le molle che fanno attecchire questa abitudine improduttiva.

Nota bene:  se l’articolo scatena dubbi o domande, in fondo alla pagina trovi le istruzioni per scrivermi ed avere una mia risposta tramite un video.

Il lamento: dagli effetti positivi nel breve termine alla abitudine automatica

Come molte abitudini improduttive il lamento ha effetti positivi nell’immediato e gravi costi nel medio lungo termine.

Lamentarsi ci da una gratificazione immediata a bassissimo costo.

Quando un nostro bisogno è frustrato e in generale quando le cose non vanno come noi vorremmo proviamo un disagio emotivo.

Lamentarsi è un modo molto economico per lenire il disagio, per alleviare la frustazione.

Detto in altro modo lamentarci nell’immediato ci fa stare un po’ meglio.

E questa “anestesia” della frustrazione diventa il principio attivo che – in combinazione con certi meccanismi del cervello – fa partire l’abitudine improduttiva.

Abbiamo visto questi meccanismi in un precedente articolo.

In particolare abbiamo visto come i pensieri attivano le sinapsi e come le sinapsi più spesso vengono attivate e più si rinforzano e diventano veloci e automatiche.

E con il lamento che cosa centra?

Questo meccanismo fa si che più utilizzi il lamento per gestire situazioni frustranti e più vengono riforzati pensieri negativi e frustranti.

Se alleni la strategia del lamento questo diventa sempre più un comportamento automatico e fuori dal tuo controllo.

Quindi lamentarsi crea dipendenza ed assuefazione: ci piace, ci fa stare bene quindi lo ripetiamo.

Più ci lamentiamo e più tendiamo a lamentarci.

Evvabè ma in fondo che male c’è. Un po’ di lamento non ha mai ucciso nessuno.

Mmmm di certo non nel breve termine.

Gli effetti negativi nel medio lungo termine

A fronte del temporaneo sollievo che illamento ci regala ci sono gravi costi da pagare nel medio e lungo termine.

Gli “effetti indesiderati” di questa abitudine poco salutare includono:

  • Il problema che lamentiamo rimane così com’è
  • Diventiamo più “stupidi”.
  • Ne risente la nostra salute
  • Ne risentono le nostre relazioni.

Vediamo meglio.

Il lamento non cambia la realtà.

Il lamento in parte ci anestetizza rispetto alla frustazione e ci offre un temporaneo sollievo,  ma la situazione di cui ci lamentiamo rimane invariata.

Se la situazione è lesiva dei tuoi bisogni valori passioni e ti limiti a lamentarti senza intervenire sulla realtà avrai le conseguenze negative legate alla non soddisfazione di tuoi bisogni valori e passioni: calo di energia ed emozioni negative.

Il lamento rende stupidi (te e chi ti sta intorno)

L’attività del lamento tende a atrofizzare  l’area del cervello deputata al problem solving e al pensiero intelligente. (fonte)

In base al meccanismo dei neuroni specchio questa conseguenza (maggiore “stupidità”) si estende a chi è esposto al “lamentismo” altrui.

In generale i neuroni specchio ci aiutano nella vita in quanto facilitano:

  • l’apprendimento tamite l’imitazione
  • l’immaginazione e l’empatia.

La controindicazione dei neuroni specchio si ha nel caso di comportamenti a rilascio energetico negativo come il lamento.

In sostanza rendono il lamento molto simile al fumo passivo: non devi fumare o lamentarti  in prima persona per subirne gli effetti negativi. E’ sufficiente lo facciano le persone che ti circondano.

Il lamento danneggia la tua salute (e quella di chi ti sta intorno)

Quando ci lamentiamo il cervello rilascia dosi di cortisolo che servirebbero per fronteggiare con maggiore forza e prontezza la causa di stress.

L’ormone però rimane inutilizzato visto che come detto in sede di lamento non c’è attivazione verso al soluzione ma un mero sfogo.

Evvabè sprecheremo un po’ di cortisolo che vuoi che sia.

Ehhh magari fosse così semplice.

Purtroppo è dimostrato che il rilascio eccessivo di cortisolo ha effetti negativi. (fonte)

Tra gli effetti negativi del rilascio di cortisolo nel nostro organismo:

  • nel breve periodo maggiore suscettibilità alle infezioni,
  • nel medio lungo indebolisce il sistema immunitario (esponendoci ai rischi connessi),
  • aumenta la pressione arteriosa,
  • aumento dei livelli di colesterolo.

Inoltre il cortisolo  riduce le capacità di apprendimento e la memoria … quindi concorre a rederci stupidi.

Il lamento danneggia le tue relazioni

Infine lo stress non solo è cumulativo ma contagioso.

Per questo motivo gli effetti negativi del tuo stress non si estendono solo a te ma anche a chi ti sta intorno quando ti lamenti.

Quindi un’altra conseguenza negativa del indulgere al rimedio del lamento è che ti trasforma in un vampiro energetico e danneggia le tue relazioni significative al lavoro e nella vita.

Ok e quindi che fare con sto benedetto lamentismo?

Smettere di lamentarsi: come fare

Ci sono alcuni passi da fare per ridurre l’utilizzo del lamento a livelli accettabili.

  • Prendi consapevolezza dei danni nel medio lungo termine
  • Riconosci il personaggio interiore che sta dietro al lamento
  • Esplora i quanto quando perché
  • Accogli con benevolenza il lamento il personaggio interiore e il disagio emotivo
  • Agisci sul pensiero
  • Agisci sulla percezione
  • Agisci sulla realtà

Prendi consapevolezza dei danni nel medio lungo termine

Il primo passo l’abbiamo già fatto.

Si mi è chiaro: lamentrasi danneggia gravemente me e chi mi sta intorno. Chiarissimo.

Ok perfetto allora vediamo in maniera sintetica gli altri passi.

Poi se vorrai approfondire ti segnalo le risorse a cui puoi fare riferimento per andare più a fondo.

Riconosci il personaggio interiore che sta dietro il lamento

Un altro passo importante nel protocollo anti-lamentismo è prendere consapevolezza del personaggio interiore che sta dietro il lamento.

Aiuta cioè capire che quando ti lamenti non sei proprio tu che ti stai lamentando.

Mmmm e chi sarebbe scusa? Adesso sta a vedere che quando ci lamentiamo siamo indemoniati o posseduti da qualche forza di un’altra dimensione. Ma daiii

Si lo so può sembrare una affermazione strana ma ribadisco non sei tu a lamentarti ma il tuo Ego infantile.

E’ questa “forza” del nostro mondo interiore che di fatto sta usando una così detta “strategia di coping disadattiva”.

Italiano prego!

Utilizza un rimedio anti stress non adatto (benefici immediati e gravi conseguenze nel medio lungo termine).

Noi ci limitiamo a dare voce a questo personaggio.

Infatti – se noti – l’energia il tono della voce la postura di chi si sta lamentando sono diverse dalla energia tono di voce postura che abbiamo di norma.

Quindi è un pò come se fossimo posseduti da questo personaggio che si impossessa della nostra energia psichica e delal nostra coscienza (nel senso di modo di vedere la realtà).

Quella parte di noi che affronta la realtà con le modalità di un bimbo piccolo.

Ad esempio:

  • cercando di evitare le cose difficili,
  • ricercando il piacere immediato,
  • provando paura di fronte ai cambiamenti
  • e – per l’appunto – facendo capricci e lamentandosi quando le cose non vanno come vorrebbe.

Se vuoi saperne di più puoi leggere questo articolo.

Per ora per il nostro protocollo anti lamentismo è sufficiente sapere che quando ci stiamo lamentando di fatto stiamo dando voce al bimbo un pò frignone che è dentro ognuno di noi.

Esplora i quanto quando perché e come

Non puoi migliorare ciò che non misuri. Cit. Condividi il Tweet

Il passo successivo è esplorare – nel senso di analizzare e riconoscere:

  • quanto spesso ti lamenti
  • quali sono le cause scatenanti
  • come ti senti in queste situazioni

Capire la frequenza con cui ricorri a questo rimedio ti aiuta a capire le dimensioni del problema.

In che senso capire la dimensione del problema?

Se sei tra i lamentoni incalliti quelli cronici oppure sei tra quelli amatoriali o occasionali.

E in base a questa diagnosi puoi regolare l’intensità della cura anti lamentismo ;-).

Il punto è che quando una abitudine si consolida diventa automatica e inconscia per cui può succedere che il lamento accada senza che tu te ne renda conto.

Per questo ora è necessario prestare maggiore attenzione a ciò che pensi, ciò che dici e le reazioni degli altri.

In ogni caso il consiglio è quello di misurare il numero di lamenti che fai ogni giorno per qualche giorno.

Per cui ogni volta che ti lamenti con altri o tra te e te di una situazione segnatelo.

Dove lo segno?

Puoi segnarlo nel tuo diario se ne usi uno, o creare una nota nel tuo smartphone.

Poi a fine sera vedi a quanto ammonta il totale dei lamenti giornalieri.

Poi occorre capire di cosa ti lamenti.

Più avanti passeremo all’azione ma nella fase di esplorazione occorre capire se tendi a lamentarti di cose sulle quali potresti – voelndo – intervenire e provare a fare qualcosa oppure di cose su cose su cui di fatto non puoi farci niente.

Mmmm esempio per piacere!

Ad esempio:

  • tendi a lamentarti di più del tuo capo che ti tiene troppo al lavoro (e qui anche se il tuo ego infantile ti vuole far credere che sei impotente e che tu sei una vittima di fatto hai margini di manovra)

oppure

  • tendi a lamentarti di più di variabili esterne e incontrollabili (fa caldo, piove governo ladro, c’è traffico, c’è la crisi, e simili)?

Da ultimo è importante ascoltarsi e prestare attenzione alo stato emotivo in cui ci troviamo quando ci lamentiamo.

Accogli con benevolenza

A questo punto è importante non commettere un errore in cui sono caduto spesso nei primi momenti del mio percorso anti lamentismo e in cui spesso vedo cadere miei clienti nelle sessioni di counselling dal vivo.

E cioè?

Fare resistenza, opporsi e volere mandare via il lamento l’ego infantile e le emozioni che abbiamo interecettato con i passi precedenti.

Fare resistenza a ciò che c’è ha come unico effetto quello di far scattare nell’organismo delle iniezioni di cortisolo e – come visto sopra – non è proprio il caso!

Una volta affiorato il lamento c’è e non si può mandare via.

L’ego infantile è una parte di noi e non si può volere che non ci sia. Non funziona.

Le emozioni che proviamo ci sono e anche in questo caso volere che non ci siano non è una strategia utile.

Di fatto non c’è nulla di male nel riconoscere:

  • cose che accadono che non ci piacciono
  • gli effetti negativi che hanno sui di noi
  • il disagio, la frustrazione, il disappunto la collera o le altre emozioni che ne derivano.

E’ per questo motivo che abbiamo fatto il passo di riconsocere il personaggio che c’è dietro il lamento.

Se un bambino sta sofferendo non ci mettiamo di certo a negargli il diritto di sentirsi come si sente.

L’atteggiamento quindi è di benevolenza nei confronti di questo “bambino ferito”.

Allo stesso tempo non lasciamo in mano al nostro Ego infantile la gestione della situazione.

E quindi ora si passa all’azione.

Quando parlo di questo passo non sempre intendo agire nella realtà. Uso il termine agire nel senso di attivarsi in modo adulto e non cavalcare l’onda del lamento.

Ci sono tre modi con cui puoi agire.

Agisci sui pensieri

Il primo modo per ridurre gli effetti negativi del lamento e a poco a poco “potare” le sinapsi del pensiero negativo e frignone del tuo Ego infantile è “agire” sui tuoi pensieri.

Ma come agire sui pensieri?

Nel senso di osservarli senza assecondarli e dare loro voce.

Osservare i pensieri infatti:

  • ti aiuta a prendere le distanze e on con-fonderti con il tuo Ego Infantile
  • impedisce l’attivazione del meccanismo del consolidameneto delle sinapsi di cui abbiamo parlato.

Questa osservazione viene allenata tipicamente con tecniche meditative.

Se vuoi approfondire queste tecniche che:

  • riducono la turbolenza dei pensieri, la ruminazione mentale e il lamentismo
  • aumentano presenza mentale, concentrazione e persistenza

puoi dare un’occhiata al corso online Meditraining®.

Agisci sulla percezione della realtà

In questo articolo abbiamo visto che l’affermazione  del Buddha secondo la quale la nostra vita è creata dalla nostra mente trova riscontro da analisi scientifiche del funzionamento del cervello.

In particolare sto parlando del meccanismo della percezione combinato con quello delle autostrade neuronali.

In sintesi:

  • i tuoi pensieri più ricorrenti diventano degli schemi mentali sempre più forti e veloci grazie al meccanismo delle sinapsi.
  • i tuoi schemi mentali governano la tua percezione della realtà.
  • la tua percezione della realtà governa il tuo agire.
  • il tuo agire influenza la tua realtà e il tuo destino.

Quindi quando ti lamenti stai modificando il tuo cervello e come percepisci la realtà.

Un modo per intervenire sulla tua percezione,  rimodellare le tue sinapsi  (così detta neuroplasticità) e ridurre le autostrade che ti portano al lamento è la gratitudine.

Dedicare del tempo durante la giornata a prestare attenzione agli aspetti positivi che spesso diamo per scontati ed esprimere gratitudine è un modo per ridurre la “tonalità muscolare”  della parte del cervello che tende a lamentarsi in automatico.

Quindi mi devo dire che va tutto bene?

No, quella non è gratitudine.

Quella è mistificazione della realtà. Detto in altre parole è dirsi una bugia.

La gratidudine (come il lamento) si basano su ciò a cui presti attenzione.

Quando l’abitudine prevalente è il lamento la nostra attenzione va maggioremente sulle cose che non vannno, con le conseguenze negative in termini energetici, cogitivi, relazionali, emotivi e impatto negativo sulla salute.

L’abitudine contraria è la gratitudine che non è dirsi ingenuamente va tutto bene, ma scegliere di portare la nostra attenzione su ciò che va bene piuttosto su ciò che non ci piace.

Anche in questo caso se vuoi approfondire e soprattutto allenare la gratitudine puoi farlo con una meditazione molto potente che trovi in Meditraining®.

Agisci sulla realtà

Quando la realtà non ci piace un adulto la accetta o la cambia. Un bambino piccolo si lamenta. S. Freud Condividi il Tweet

Ultimo passo è agire e intervenire attivamente sulla realtà che non ci piace per cambiarla.

Qui, per evitare di passare dal lamentismo al “donchissciottismo” e fare battaglie contro i mulini a vento, è importante distinguere tra le cose che non ci piacciono su cui possiamo intevenire e quelle su cui non abbiamo leve.

Se non hai leve per cambiare la situazione hai una sola alternativa possibile:accettarla.

O meglio hai una sola alternativa adattiva (o adulta). Di fatto puoi lasciarti andare e … via col lamento ;-).

Ma qui orami sai già tutti i pro e contro.

Se invece dalla tua analisi scopri che che su una certa situzione si può – volendo – intervenire poi devi decidere.

Decidere se investire il tempo energie e – a volte – soldi per cambiarla.

Se decidi che in base ai tuoi bisogni valori e passioni vale la pena intervenire devi in sostanza mettere in conto che spesso è necessario “alzare il culo” per modificare la situazione o per sviluppare le competenze necessarie per modificare la situazione.

Che è esattamente ciò che l’Ego infantile vuole evitare quando si lamenta: fare la fatica di agire nella realtà che non ci piace.

Nel caso tu decida di passare all’azione è importante essere specifico nel descrivere ciò che vuoi cambiare.

Essere specifici infatti ti aiuta a definire con maggiore precisione il corso di azioni necessarie e le eventuali competenze che ti servono per mettere in pista le azioni che hai definito.

Ad esempio:

  • un conto è lamentarsi (con un tuo collega, amico, amica, moglie marito) che il tuo capo è un “burbero” poco disponibile
  • un conto è identificare 2-3 situazioni specifiche in cui ti ha assegnato obiettivi poco chiari e si è indispettito quando hai chiesto maggiori informazioni e affrontare questo problema direttamente con il tuo capo.

In questa ultima strategia anti lamentismo è difficile darti indicazioni specifiche di risorse che puoi utilizzare per aiutarti a metterla in pratica in diverse specifiche situazioni che non ti piacciono.

Allo stesso tempo possiamo ricorrere alla legge di Pareto per trovare la causa più ricorrente di lamento su cui – volendo possiamo intervenire.

Oooo alto un passo che è sto Pareto un altro psicologo?

No è un economista italiano che ha trovato una “legge” secondo la quale il 20% delle cause determina l’80% degli effetti.

L’ambito originario in cui nacque questa “legge” è quello macroeconomico per cui il 20% della popolazione detiene l’80% della ricchezza.

Ma è un principio – più che una legge – che possiamo applicare al lamentismo.

A livello empirico infatti possiamo dire che l’80% dei lamenti riguardano la nostra frustrazione nei confronti di altre persone quando di fatto il comportamento degli altri rappresenta solo il  20% delle possibili cause di frustrazione.

Per cui se decidi di agire nella realtà vedrai che molto spesso il “problema” è legato ad altri.

Le macro alternative sono:

  • lamentarti e sfogarti – e fare un po’ il vampiro – con una terza persona
  • affrontare il problema con il diretto interessato.

In questo secondo caso la risorsa che ti consiglio è il corso con cui allenare tecniche di comunicazione assertiva e portare avanti le tue ragioni e le tue rischieste verso gli altri senza farti zerbino o – per contro – diventare troppo aggressivo.

E se ho altre fonti di stress oltre al “lamentismo”?

Una domanda che può sorgere è ma se elimino il lamentismo come rimedio anti stress cosa posso fare per gestire la pressione quotidiana e ridurre lo stress?

La risposta è semplice: coltiva le tue soft skills.

Coltivando le tue soft skills (soprattutto la Consapevolezza Interiore), sarai in grado di gestire il tuo Ego Infantile – oltre che sul lamentismo – su tutti gli aspetti in cui ti sta sabotando.

Si hai capito bene, di fatto se mi conosci, sai già che questo marmocchio interiore:

  • è il principale freno al tuo potenziale,
  • brucia le tue risorse come il tempo, l’energia, la salute e il denaro
  • ti impedisce di vivere la vita che desideri davvero.

Non saperlo gestire vuol dire essere governati inconsciamente tutta la vita da una forza psichica infantile dall’età di 3 anni.

Come già sai, anch’io sono stato inconsciamente vittima di questo personaggio distruttivo, che per diversi anni ha frenato i risultati che avrei potuto raggiungere costringendomi in un recinto di insoddisfazione, demotivazione ed apatia.

Ho subito i suoi danni finché non ho detto basta ed ho dedicato più di dieci anni della mia vita a studiare da vicino questo personaggio infingardo e capire come tenerlo a bada.

E, dopo più di 10 anni di studi e ricerche e escursioni “pratico-spirituali” in India e Uk, e 3 master (counselling gestaltico, counselling olistico, e ipnosi) ho cominciato a condividere gli strumenti per gestire l’Ego Infantile con i miei clienti storici nelle grandi aziende multinazionali.

Ora con la nascita del progetto Coltiva la Crescita questi strumenti esclusivi e testati sono a disposizione – non più di una elite ristretta – ma anche del grande pubblico.

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Bene è ora di salutarti.

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Io te ne sarò molto grato … forse anche i tuoi amici ;-).

In ogni caso alla prossima.

Mirco

Immagini: www.unsplash.com,  Google images

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