Lo stress autogenerato è un meccanismo inconscio che ci rallenta nel raggiungimento dei nostri obiettivi. Ne parlo in questo articolo (c’è anche il video se preferisci)
Lo stress viene da dentro; è la tua reazione alle circostanze, non le circostanze stesse. - B. Tracy Condividi il Tweet
Il punto di partenza di questo argomento è caso che mi è stato posto da una iscritta al progetto coltivalacrescita.com.
Questa lettrice riferisce di sentirsi bloccata nel suo ruolo di venditrice dal giudizio e dall’opinione altrui.
Giudizio e opinione che la fanno sentire “stupida” e le impediscono di portare avanti quelle azioni che invece sarebbero necessarie, come ad esempio telefonare o far visita ai clienti. Questo caso è interessante per diversi motivi.
Il primo motivo è che consente di spiegare in modo pratico e non teorico il legame tra soft skills i risultati che portiamo (o non portiamo) nel lavoro e tra soft skills e la nostra serenità (o stress).
In questo caso entra in gioco una soft skill (in italiano competenza trasversale) che riguarda la relazione con noi stessi, i nostri pensieri ed il nostro modo di vedere le cose: la consapevolezza interiore.
La consapevolezza interiore è una soft skill molto importante visto che è collegata – allo stesso tempo – sia alla realizzazione dei nostri obiettivi lavorativi che allo stato d’animo ed energetico.
In particolare in questo caso vediamo come la (mancanza di) consapevolezza su come funziona il nostro mondo interiore porta a bloccare la realizzazione di risultati e genera stress.
Un tipo particolare di stress.
Quel tipo di stress che le persone si auto-infliggono: lo stres autogenerato.
Ora mi chiederai: in che senso stress autogenerato?
La risposta ha a che fare con il meccanismo della percezione e con una duplice forma di confusione di cui spesso cadiamo vittime.
Stress autogenerato: la confusione tra sapere e credere di sapere
Da un lato, c’è la confusione tra sapere qualche cosa e credere (di sapere) quella cosa.
Spesso nei corsi e nei percorsi on line sento qualcuno dei partecipanti affermare: “so che gli altri pensano……”
Di fatto però noi non sappiamo e non possiamo sapere cosa pensano gli altri per il semplice fatto che non possiamo leggere nel loro pensiero.
Magari è vero che qualcuno la vede in un certo modo, ma sicuramente c’è qualcun altro che la vede diversamente, sicché è un errore generalizzare e convincersi che tutti la pensino in quel dato modo.
Eppure, crediamo che un pensiero che noi abbiamo su ciò che gli altri pensano sia la realtà, sia la verità.
E questa generalizzazione, questa confusione, è causa di stress e di sofferenza.
Stress autogenerato: la confusione tra sentimenti e giudizi
Dall’altro lato, c’è una grossa confusione tra sentire, sentimenti e giudizi.
Nel caso di studio, la persona che ha posto la domanda afferma di sentirsi “stupida”.
Di fatto però “stupido o stupida” “inopportuno o inopportuna”, “patetico o patetica” non sono sentimenti, sono giudizi.
Sicché dire “mi sento stupido” non è una descrizione accurata della realtà.
Se dovessi immaginare e descrivere lo stato d’animo ed i sentimenti di questa persona direi piuttosto che è “abbacchiata”, “triste” e probabilmente “demotivata”.
Stress autogenerato: fai attenzione alle storie che ti racconti
Questi stati d’animo derivano, almeno in parte, dal raccontarci una storia e credere a questa storia.
Nel caso della lettrice la storia è:
“le altre persone pensano che io sono una rompi scatole”.
Ma questa non è la realtà. Questa è una “storia” che la persona si racconta.
Perché dici “una storia”?
Dico una storia perché mi vengono in mente due casi autobiografici:
- uno dove contattavo direttamente i potenziali clienti
- l’altro dove lo facevo tramite i miei venditori in un progetto di costruzione di una rete commerciale.
In quei casi non mi è mai passato per la mente che stessi rompendo le scatole.
In quei casi la “storia” che mi raccontavo e a cui credevo era diversa e infatti non soffrivo di stress autogenerato.
Nel primo caso telefonavo alle aziende per proporre un corso promozionale chiamato “formazione formatori” e far assaggiare il mio metodo di gestione dell’aula.
L’intento che mi muoveva era presentare qualcosa che sapevo essere di valore, che veniva apprezzato dai clienti e che volevo quindi far provare a nuovi potenziali clienti.
La stessa cosa è accaduta dieci anni più tardi nell’ambito di un progetto in cui ho preso in mano la costruzione della rete commerciale.
In quel contesto capitava che i venditori facessero le così dette “chiamate a freddo”, ma lo facevano animati dall’intento di proporre tecnologie innovative che i competitor non possedevano e, di fatto, l’intento era quello di creare valore.
Stress autogenerato: parte tutto dalla tua percezione (come vedi le cose)
Ecco che se ti vedi come “uno che rompe le scatole”, se ti racconti la storia che sei “uno che rompe le scatole” ci sta che tu ti senta un po’ abbacchiato e triste.
Ma se invece ti muovi nel mondo con la convinzione che hai l’opportunità di dare delle informazioni utili e di creare valore per i clienti, è evidente che senti meno stress e abbattimento.
E quindi?
E quindi buona parte dello stress che ci portiamo a spasso è generato da questo meccanismo percettivo che ho descritto.
Se vuoi approfondire questo meccanismo segnalo una risorsa gratuita del mio blog che ti consiglio di leggere: è un articolo che si chiama “Lavoro e stress: comincia a cambiare come vedi le cose”, che suggerisce come lavorare su se stessi per ridurre frustrazioni e cogliere opportunità.
Se invece vuoi investire un po’ più di tempo energia puoi approfondire quali sono i fattori critici di successo per avere successo nel lavoro e nella vita puoi usare il video corso gratuito per gli iscritti al Blog.
Non sei ancora iscritto al Blog?
Nessun problema, pigia il pulsantone arancione e potrai iscriverti alla newsletter del Blog e avere accesso al video corso gratuito dove scoprirai:
- Perchè le soft skills sono in fattore critico per il successo al lavoro
- Come realizzare più risultatial lavoro grazie alle soft skills
- La differenza tra realizzare risultati e realizzare se stessi
- Come avere maggiore realizzazionedi se stessi grazie alle soft skills
- I due tipi di serenità
- Come avere maggiore serenitàgrazie alle soft skills

Accedi al corso gratuito
iscriviti alla newsletter del Blog e scopri come avere più risultati al lavoro, più realizzazione e serenità nella vita coltivando le soft skills
Bene, per oggi abbiamo terminato.
Spero che il video ti sia piaciuto, magari fammi sapere nei commenti qua sotto.
E, se vuoi, puoi condividere questo contenuto con i tuoi contatti con i pulsantini colorati social che vedi qua sotto.
Alla prossima.
Mirco
Immagini unsplash.com.
PS: Hai delle domande?
Scrivimi a mirco@mircobosi.com.
Se la domanda è di utilità generale risponderò tramite un video che spero possa essere utile non solo a te, ma anche ad altre persone in situazioni o con problemi simili a quelli della tua domanda.
Per:
- maggiori informazioni sul tipo di domande che puoi farmi
- per vedere risposte che ho già dato “Mirco risponde” dai un’occhiata ai video che trovi in questa pagina.
Man mano che rispondo alle domande e “sforno” i nuovi video ti invierò una mail all’indirizzo che hai usato per iscriverti alla newsletter del Blog.
Non hai ancora fatto l’iscrizione alla newsletter?
Nessun problema, pigia il pulsantone arancione e potrai iscriverti alla newsletter del Blog e avere accesso al video corso gratuito dove scoprirai:
- Perché le soft skills sono l’ingrediente fondamentale per avere successo
- Come realizzare più risultati al lavoro grazie alle soft skills
- La differenza tra realizzare risultati e realizzare se stessi
- Come avere maggiore realizzazione di se stessi grazie alle soft skills
- I due tipi di serenità
- Come avere maggiore serenità grazie alle soft skills

Accedi al corso gratuito
iscriviti alla newsletter del Blog e scopri come avere più risultati al lavoro, più realizzazione e serenità nella vita coltivando le soft skills
