Che tu stia pensando di iniziare un percorso di autosviluppo o di sviluppo personale c’è una formula che ti può aiutare ad avere successo. Scopri quale è in questo articolo.
Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non viviamo davvero. A. France Condividi il TweetVuoi avere successo?
Nel senso di diventare ricco e famoso e i fan mi chiedono l’autografo?
No, nel senso di realizzare i risultati che ti sei prefissato?
Beh si dai non mi farebbe schifo ;-).
Allora investi nell’autosviluppo.
L’autosviluppo è una delle soft skills chiave di cui ti ho parlato nel video corso gratuito riservato agli iscritti al Blog.
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Ottimo.
Perchè insisto sull’importanza dell’autosviluppo?
Perchè è la soft skill che mette il turbo a tutte le altre e quindi ti aiuta nello sviluppo:
- personale
- e professionale.
E’ una competenza che puoi sviluppare applicando una formula.
Anzi, la formula dello sviluppo personale e professionale.
Cosa dice sta formula?
La formula dello sviluppo personale e professionale: la premessa logica
Se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto. A. Einstein Condividi il Tweet
La formula dice:
Consapevolezza x allineamento x allenamento = crescita, benessere, prosperità
Vediamo cosa significa facendo insieme un percorso logico.
Il punto di partenza della formula, la premessa logica di tutto il ragionamento è riassunto in questa frase attribuita a Albert Einstein.
Se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto.
Se non sei soddisfatta o soddisfatto dei tuoi risultati il punto di partenza è aver super chiaro questa premessa e la conseguenza logica:
se vuoi ottenere risultati diversi … devi cambiare ciò che fai.
Il primo ingrediente della formula dello sviluppo personale e professionale: la consapevolezza
Non puoi cambiare ciò che non vedi. Cit. Condividi il Tweet
Ma perché serve sta consapevolezza?
Perché non puoi cambiare qualcosa che non vedi.
Non puoi intervenire su qualcosa se non sai che c’è.
Ecco questo vedere, questo essere coscienti è la consapevolezza.
La consapevolezza è il primo ingrediente della formula.
Senza questo ingrediente puoi anche essere d’accordo con Einstein e la sua frase “se fai cosa hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto”.
Ma quando non sei soddisfatto dei risultati se non sai cosa c’è da cambiare sei a un punto morto.
Cacchio Albert mi metti la pulce nell’orecchio e poi …
A questo punto inizia la ricerca di cosa funziona e cosa non funziona.
Quindi osservi … guardi cioè utilizzi la consapevolezza per “vedere”:
- quali schemi aiutano la tua crescita, il tuo benessere e la tua prosperità
- quali schemi la ostacolano
- e quindi capire cosa occorre cambiare.
Quindi la consapevolezza ci dice:
- che c’è qualcosa che non va (consapevolezza del problema)
- quale è lo schema da cambiare (consapevolezza della causa).
Dopo arriva il successo?
No la formula ci dice che la consapevolezza è necessaria ma non sufficiente.
Dopo entra in gioco il secondo ingrediente della formula … l’allineamento.
Il secondo ingrediente della formula per autosviluppo o sviluppo personale: l’allineamento
Cosa è sto allineamento?
Facciamo un esempio facile: a 12 13 anni iniziai a giocare a tennis da autodidatta …
Quindi:
- impugnavo la racchetta a modo mio
- eseguivo i vari colpi (dritto, rovescio, servizio etc.) … a modo mio.
Cercavo di imitare i giocatori più bravi.
Nonostante:
- i miei sforzi
- e le ore dedicate ad allenarmi palleggiando contro il muro del condominio e a giocare con gli amici del bar
i risultati non erano gran che.
Verso i 15 16 anni un po’ frustrato capii che se continuavo a fare come avevo sempre fatto ….
Saresti rimasto uno scarsone ;-)?!?
Beh si … la possiamo mettere così.
Einstein aveva ragione.
L’intoppo è che io da solo non riuscivo a capire dove stavo sbagliando.
A volte, cioè, da soli si arriva alla consapevolezza del problema.
Ed è già tanto perché spesso ci manca proprio il primo ingrediente, viviamo in modo inconsapevole.
Ma anche se la consapevolezza del problema è tanto non basta.
Quindi, tornando all’esempio, presi un pò di lezioni dal maestro di tennis per capire quali erano le cause.
E il maestro mi fece “vedere” cosa sbagliavo.
Mi aiutò cioè ad essere consapevole di cosa dovevo cambiare per migliorare i risultati.
Ad esempio l’impugnatura della racchetta o il movimento per eseguire il dritto.
Quindi avevo:
- consapevolezza di cosa sbagliavo
- un nuovo schema da seguire.
Era venuto il momento di allineare il mio modo di pensare e comportarmi a quello schema.
Quindi dovevo:
- capire lo schema
- come si esegue lo schema
- perché dovevo eseguirlo in quel modo
Ok e fatto questo eri “allineato”?
Eroa buon punto ma non del tutto.
Una volta chiari i cosa perché e come dello schema dovevo allineare il mio comportamento.
Cioè passare dal modello mentale alla pratica.
Che per un adulto significa lasciare andare una vecchia abitudine e adottarne uno nuova.
Quindi per essere chiari, allineare significa:
- continuare a fare ciò che funziona
- smettere di fare ciò che non funziona o che ci allontana dai nosti obiettivi
- iniziare a fare ciò che non facciamo
Quindi entra in gioco una “robina” che di solito non ci piace tanto.
Cosa?
Il cambiamento.
Allineare significa sostanzialmente cambiare schema mentale e fare in modo che il comportamento sia coerente con il nuovo schema.
Significa passare dallo schema che usiamo che non ci aiuta a quello che ci avvicina al risultato che desideriamo.
Bene abbiamo quindi coperto i primi due ingredienti della formula:
- il primo: consapevolezza che qualcosa va cambiato e quale è in particolare lo schema da cambiare
- il secondo: fare chiarezza e iniziare il cambiamento dello schema (mentale e comportamentale).
Ora c’è l’ultimo ingrediente che è l’allenamento
Il terzo ingrediente della formula per autosviluppo o sviluppo personale: l’allenamento
Conoscere non basta occorre applicare. Volere non basta occorre agire. J. W. Goethe Condividi il TweetL’allenamento è la parte più rognosa della formula: si fa fatica. Mettere in pratica il nuovo schema significa uscire dalla cosi detta zona di confort. Uscire dalla zona di confort comporta una fatica mentale, fisica ed emotiva. Vediamo perché.
Uscire dalla zona di confort significa uscire dalla comodità delle nostre abitudini.
Uscire dalla comodità delle nostre abitudini:
- crea disagio,
- ci fa consumare energia
- in più e ci porta ad avere insicurezza, ansia, frustrazione a volte rabbia.
Addirittura? E perché?
Perché all’inizio i risultati che produciamo con il nuovo schema non sono gran chè.
In più quando iniziamo un cambiamento c’è resitenza alla fatica.
La resistenza alla fatica:
- da un lato è comprensibile
- dall’altro diventa un grosso ostacolo a consolidare il cambiamento che abbiamo iniziato.
Per vedere:
- i tre ingredienti della formula in azione
- e il più grosso alibi che utilizziamo nel cambiamento
ti faccio un altro esempio personale: il mal di schiena e lo stretching.
Un esempio autobiografico: il cambiamento, resistenza alla fatica e l’alibi più utilizzato
Se una cosa la vuoi una strada la trovi. Se una cosa non la vuoi una scusa la trovi. Proverbio Condividi il TweetDodici anni fa ho cominciato ad accusare dei dolori alla schiena.
Infatti stavo seguendo una “ricetta perfetta”:
- tante ore al lavoro (di cui molte in macchina o seduto alla scrivania)
- mancanza di esercizio fisico
- stress … quanto basta ;-).
Dopo aver girato sette chiese per capire cosa mi stesse succedendo e sbarazzarmi di questi dolori molto forti ho trovato un bravo osteopata.
L’osteopata mi ha aiutato a sviluppare consapevolezza:
- della postura sbagliata
- dell’impatto che aveva sui miei muscoli della così detta catena posteriore
- e di come questo poi finiva con un bel mal di schiena.
Mi ha fatto un trattamento “spaziale” e questo ha ridotto notevolmente il dolore.
Poi mi ha dato:
- dei nuovi schemi per la postura in macchina e alla scrivania
- e un protocollo di esercizi di stretching
Mi ha fornito cioè dei nuovi schemi di allineamento: me li ha fatti vedere e me li ha fatti provare nel suo studio.
Tutto chiaro. Ero pronto!
A me toccava … l’allenamento. Cioè mettere in pratica ogni giorno i nuovi schemi.
Il problema è che mi scocciava fare gli esercizi perché:
- mi sembravano noiosi e ripetitivi
- non vedevo subito i risultati
- stavo scomodo e mi frustravo.
E quindi?
E quindi abbandonavo l’allenamento.
Ovviamente rimanendo nella mia zona di confort tornava il dolore.
Quindi tornavo dall’osteopata che mi dava una sistemata e mi chiedeva “lo stretching lo fai?”.
E io rispondevo l’alibi più utilizzato.
Che alibi?
L’alibi della mancanza di tempo.
Dicevo:
“eh sai com’è …. non ho tempo … sono molto impegnato … sto costruendo una rete commerciale … sono sempre in giro è difficile trovare il tempo per fare lo stretching …”
E lui dice “ahh giusto” e mi da la fattura.
Questo “giro di valzer” l’ho fatto tre volte:
- dolore
- trattamento dall’osteopata
- sua domanda ma lo fai lo stretching?
- alibi “sai com’è non ho tempo”
- fattura
Il calzolaio ha le scarpe rotte
Per dire le cose come stanno: il calzolaio aveva le scarpe rotte.
Ho fatto praticamente come fanno alcuni partecipanti dei miei corsi … bello il corso interessante ahhh si giusto … e poi non fanno l’allenamento, non mettono in pratica e tutto rimane come prima.
Nel mio caso …più di prima :-(.
Un giorno si è bloccata la schiena mentre ero in aula.
Una figuraccia …
Avevo terminato da poco il progetto come termporary manager delle vendite ed ero tornato da poco a fare il consulente a tempo pieno.
Stavo tenendo un corso sulla leadership dove condividevo importanti apprendimenti fatti nel progetto sul campo.
Era tale il dolore che riuscivo a fatica a girare i fogli della lavagna a fogli mobili …
Credo che l’emozione di vergogna che ho provato in quel momento e la consapevolezza che dimostravo di essere esperto di leadership aziendale e meno di leadership personale mi ha dato una bella sferzata motivazionale.
Quindi mi sono messo di buona lena ed ho iniziato a fare lo stretching ogni mattina.
Prima per pochi minuti fino poi in modo crescente fino a 15 minuti al giorno ogni giorno … e sai che è successo?
Non solo è andato via il mal di schiena ma nel 2014 ho iniziato a giocare a golf e mi diverto un sacco.
Morale?
La consapevolezza e l’allineamento servono a poco se non alleniamo i nuovi schemi.
Ecco perchè ti parlo di una vera e propria formula.
Se hai consapevolezza 10 e allineamento 10 e moltiplichi per 0 che cosa ottieni?
Zero :-(.
Il segreto del successo: la disponibilità di fare fatica
Il dizionario è l'unico posto dove il successo viene prima del sudore. V. Lombardi Condividi il TweetCioè se non facciamo la fatica di ripetere, ripetere e ripetere il nuovo schema fino a che diventa una nuova abitudine tutto il resto non serve a nulla.
Quindi allenamento significa fare pratica:
- costante
- deliberata
Cosa vuole dire costante?
Costante significa:
- non mollare alle prime difficoltà,
- mettere tenacia e impegno nell’applicare il nuovo schema
- ripetere più e più volte il nuovo schema fino a che non diventa automatico
Cosa vuole dire deliberata?
Il pratica deliberata è un termine che viene da uno studio condotto K. Anders Ericsson (fonte), sull’importanza di praticare correttamente per avere una prestazione superiore.
In cosa consiste?
Si parte col fissare:
- un intento
- lo schema da seguire per realizzare l’intento
prima di iniziare l’allenamento.
Prendiamo il golf come esempio.
L’intento può essere:
“eseguire un colpo in cui la palla fa una curva da destra a sinistra”.
In base all’intento si mette a fuoco lo schema:
- posizione dei piedi rispetto alla linea di tiro verso il bersaglio,
- movimento del bastone,
- etc.
Dopo aver fissato:
- l’intento
- lo schema da mettere in pratica
si comincia ad allenare qualche colpo in modo deliberato.
Cioè eseguendo lo schema prefissato.
Dopo l’esecuzione del colpo si verifica il risultato ottenuto e si produce feedback.
Italiano prego.
Hai ragione, per “produrre feedback” intendo analizzare.
Analizzare:
- cosa ha funzionato
- e cosa no
Grazie al feedback possiamo correggere il tiro con il colpo successivo fino a che non aumenta la percentuale di allineamento tra intenzione azione e risultato.
Una volta che si consolida un colpo si passa a uno schema un po’ più complesso o si allena lo stesso schema ma con standard più elevati.
Ti ho fatto un esempio rapido basato sul golf.
Di fatto questo approccio è lo stesso che utilizzo quando faccio coaching ai miei clienti.
E quindi è l’approccio che consiglio anche a te per i tuoi allenamenti di autosviluppo o sviluppo personale e professionale.
E’ un approccio che puoi applicare a qualsiasi nuovo schema:
- nel lavoro
- nello sport
- e in generale nela vita.
Ti assicuro che il tempo che investirai in qualsiasi tipo di allenamento se fatto in questo modo ti darà risultati maggiori.
Ok abbiamo terminato.
Non ci resta che fare un bel riassunto e poi possiamo chiudere con le domande per il tuo sviluppo personale e professionale ed i saluti.
Riassunto
La mancanza di consapevolezza ci impedisce di vedere schemi (mentali o comportamentali) che adottiamo al lavoro e nella vita.
La consapevolezza non basta.
Serve l’allineamento degli schemi ai nostri obiettivi.
L’allineamento o il disallineamento di questi schemi determina:
- il successo o l’insuccesso,
- la crescita o la stagnazione,
- il benessere o il malessere,
- la prosperità o la crisi.
E non è ancora finita.
Dopo l’allineamento serve il terzo ingrediente della formula:
l’allenamento dei nuovi schemi mentali e comportamentali.
L’allenamento per funzionare deve essere costante e deliberato.
Questo – come abbiamo visto in questo articolo – vale anche anche nel caso in cui tu stia utilizzando tecniche di auto suggestione e autoipnosi.
E quindi preparati a:
- fare un po’ di fatica
- sentire brontolare il tuo Ego infantile.
E perché?
Perché al nostro Ego Infantile non piace fare fatica ;-).
Per questo chiuderò questo articolo con un ultimo consiglio.
Autosviluppo: un ultimo consiglio
Il mio ultimo consiglio se deciderai di usare la formula del successo per portare cambiamenti positivi nella tua vita è di usare l’approccio ad impatto complessità crescente.
Approccio impatto… che è sta roba?
In super sintesi: fai piccoli passi così non svegli l’Ego Infantile.
Ho spiegato questo approccio nel video corso gratuito bonus per chi investe qualche soldinno nel mio corso online Metodo Produttività Esagerata™.
Lo strumento bonus si chiama La matrice impatto complessità.
Si tratta di un video corso dove puoi:
- approfondire cosa è e diversi utilizzi che puoi fare della matrice impatto complessità
- scaricare i pdf per pianificare i tuoi allenamenti seguendo l’approccio anti Ego Infantile
Non hai ancora investito per avere una produttività esagerata? Aiaiaiaiiaiai ;-).
Ok, in ogni caso ora è il momento delle domande di sviluppo personale.
Alcune domande per te
Su quali schemi (mentali o comportamentali) stai lavorando al momento?
Quale è il seme (il perché) del tuo intento di cambiamento?
Come abbiamo visto in questo articolo mettere a fuoco il perché di un intento ti da una spinta motivazionale a portarlo avanti.
Se ti va puoi scrivere le tue risposte nei commenti in fondo a questa pagina.
Rendere pubblica una consapevolezza ti aiuta a cristallizzarla nella tua mente, e rendere pubblico un intento ti può aiutare a realizzarlo.
In ogni caso io ora ti saluto e ti faccio un grosso grosso in bocca al lupo affinchè tu trovi la motivazione per coltivare la crescita, allenare il benessere e raccogliere un mare di prosperità.
Alla prossima. Mirco.
Ps se l’articolo ti è piaciuto e vuoi premiare il tempo che ho investito per scriverlo c’è un modo molto semplice che richiede solo un secondo del tuo tempo: condidivi l’articolo con i tuoi contatti usando i pulsantini colorati che trovi qua sotto.
Io ti sarò sicuramente grato, e chissà forse lo saranno anche i tuoi contatti ;-).
PS Hai delle domande?
Scrivimi a mirco@mircobosi.com.
Se la domanda è di utilità generale, risponderò tramite un video che spero possa essere utile non solo a te, ma anche ad altre persone in situazioni o con problemi simili a quelli della tua domanda.
Per:
- maggiori informazioni sul tipo di domande che puoi farmi
- vedere risposte che ho già dato “Mirco risponde”
dai un’occhiata a questa pagina.
Man mano che rispondo alle domande e “sforno” i nuovi video ti invierò una mail all’indirizzo che hai usato per iscriverti alla newsletter del Blog.
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4 risposte
Una formula matematica descrive generalmente un modello di funzionamento, a meno di una serie di fattori imprevisti. Per intenderci, in ambito fisico si pongono una serie spesso lunga di ipotesi affinché quella formula effettivamente descriva efficacemente un fenomeno. E così, anche noi, una volta individuata la formula del successo, abbiamo l’obbligo (con noi stessi!) di farla funzionare operando su tutti gli elementi/ipotesi/condizioni a contorno: la nostra motivazione; la disponibilità a fare fatica; l’ego infantile; l’importanza dell’obiettivo. Senza, non può funzionare. Grazie Mirco
Ciao Silvio bentrovato e grazie per il tuo commento. Che dire … ti vedo allineatissimo al messaggio di fondo del progetto #coltivalacrescita 👍🔝👊🙏. Un grosso in bocca al lupo per il tuo autosviluppo e alla prossima. Mirco
ciao Mirco, grazie per questo articolo, e soprattutto per la “formula”. in effetti tornando indietro e pensando a qualcosa che non ha funzionato come avrei voluto c’è spesso di mezzo uno dei tre fattori.
oggi sto lavorando ad uno schema comunicativo diverso, dopo aver investito tempo a rendermi conto che qualcosa non andava nella mia squadra. è arrivata la consapevolezza…l’allineamento è stato quasi automatico, ho smesso di fare cose che non funzionavano (dopo però aver usato male il tempo a cercare di farle funzionare per forza…). oggi mi sto allenando, ma non nego la fatica e qualche volta lo sconforto perchè i risultati non sono quelli che vorrei. e allora mi ripeto sempre che Roma non è stata costruita in un giorno…e mi ricarico!!
grazie Mirco e a presto
Caro Ermete bentrovato. Mi fa molto piacere che la formula ti sia piaciuta e che trovi riscontri pratici nella tua esperienza. Come sai considero questa fromula e la competenza di autosviluppo in generale “il turbo” per le altre soft skills. Ragionando sul tuo commento mi torna sempre di più che l’atteggiamento che segnali che è riassunto nel motto “Roma non è stata costruita in un giorno” sia un valido complemento. In certi periodi in cui la mia “frenesia canaglia” era u pò più frizzantina avevo scelto quel motto addirittura come salvaschemo del pc 😉 …. Se posso su questa onda ti consiglio di leggere un breve post intitolato Miglioramento personale. Da un lato ritroverai un ingrediente amgico che tu hai in gradi dosi (l’assumersi le responsabilità dei propri errori e non dare la colpa al gatto) dall’altro un rinforzo sull’importanza di non avere aspettative irrealistiche sui tempi di apprendimento.
in ogi caso io ti saluto. Alla prossima :-).Mirco