Se ti stai dicendo qualcosa tipo “voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare”, ti propongo di ragionare sul perchè prima che sul “cosa fare”. Vediamo … perchè 🙂
Fai attenzione a cosa desideri ... si potrebbe realizzare! Condividi il TweetCome abbiamo visto in questo articolo quando siamo insoddisfatti e vogliamo cambiare lavoro, prima di chiedersi “cosa fare” è necessario chiedersi “perchè”. E non uno solo, ma ben 3 perchè diversi.

Poi e solo poi si passa al cosa fare.
In questo articolo di approfondimento ci occupiamo di uno di questi 3 “perchè”.
E’ il “perchè” più banale, più scontato eppure succede spesso che le persone che accompagno dal vivo a cambiare lavoro non si siano fatte questa domanda.
Per comprendere meglio questa domanda e questo “perchè” prendiamo a prestito una pratica indiana chiamata Sankalpa.
Eccccche è sta roba mica mi fai fare roba esoterica?
No è qualcosa di molto pratico … diciamo che è un tecnica che aiuta a realizzare i propri desideri.
L’abbiamo vista anche nell’articolo su come scrivere un buon obiettivo.
Ora la riprendiamo e la usiamo per partire col piede giusto nell’affrontare un problema molto importante: la soddisfazione nel lavoro.
Il punto di partenza del Sankalpa consiste nel distinguere tra:
- intento
- “seme” dell’intento
L’intento è cosa vuoi, cosa desideri.
Il “seme” è quale è la molla che ti spinge a volere quell’intento.
Spesso sappiamo cosa vogliamo.
Ad esempio: vogliamo cambiare lavoro.
Ma non indaghiamo il seme, il “perché” a sufficienza, o ce la raccontiamo per diversi motivi.
Vediamo meglio perchè questo “seme” è così importante
Voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare: metti a fuoco il seme dell’intento
Se ho una settimana per risolvere un problema passo 6 giorni a definirlo e la soluzione sarà evidente. A. Einstein Condividi il TweetIl seme dell’intento è un pò come una bussola che ti aiuta a traccaire meglio la rotta.
Quando affiora l’intento di cambiare lavoro ti aiuta usare la doppia domanda.
Non solo cosa voglio fare, ma anche:
perché voglio cambiare lavoro?
Ad esempio .. “vorrei fare il manager”. Ottimo. Ma qual’è il seme? Perchè desideri fare il manager?
- si guadagna di più?
- hai più potere?
- hai più status
- hai maggiore visibilità?
- fai un passo in direzione della carrriera che hai in mente?
- puoi decidere di più?
- pensi di guadagnare l’approvazione di una persona per te importante?
- vuoi misurarti di nuovo in un “mestiere” dopo avere acquisito nuove competenze?
- oppure ti piace fare crescere le persone, accompagnarle lungo i sentieri della crescita e del benessere.
Sono cose importanti da mettere a fuoco prima di partire lancia in resta a inviare curriculum per la posizione aperta come manager di persone nella azienda Pinco Pallo spa.
Metti che il tuo seme più imporante sia “voglio decidere di più”.
Una volta messo a fuoco è più semplice vedere che ci sono tante altre alternative che ti consentono di soddisfare il bisogno di decidere di più senza necessariamente fare il manager.
Oppure cambiare lavoro per un motivo diverso da quello che hai in mente potrebbe rivelarsi un boomerang.
Un boomerang?
Si ad esempio se scopri dopo aver cambiato lavoro di non avere abbastanza “benzina motivazionale” per fare bene il tuo nuovo “mestiere”.
Esempio: teniamo sempre sullo sfondo il mestiere di manager di persone.
Metti che il tuo seme dell’intento sia “guadagnare di più” e “avere maggiore status”.
Per fare un mestiere importante come quello di manager di persone è necessario investire tanto tempo ed energia con le persone.
Di fatto e in estrema sintesi, fare il manager di persone consiste accompagnare le persone al cambiamento.
Le persone – chi più chi meno – resistono ai cambiamenti e per questo il mestiere di manager di persone richiede di investire tempo ed energie per ascoltare, motivare, comunicare in modo autorevole, etc.
E per fare tutte queste cose e per sviluppare le competenze necessarie difficilmente ti basta l’energia motivazionale del “guadagnare di più” o avere l’ufficio e scrivania un pò più grande.
Per cui come vedi da questo esempio, si corrono grossi rischi se si persegue una “soluzione lavorativa” senza avere esplorato bene il seme e la soluzione stessa.
Inoltre, mettere a fuoco il seme dell’intento ti aiuta anche a prendere decisioni.
Come è accaduto a me, o a clienti che ho accompagnato dal vivo potresti avere in ballo due proposte nello stesso periodo.
Come fai a decidere tra le due in modo consapevole ed efficace se non hai ben chiaro cosa ti ”muove”?
In che senso cosa mi muove?
Nel senso di cosa è più importante per te, quali sono le molle motivazionali.
Apperò sto seme allora sarà meglio indagarlo prima di mettermi a ripulire il curriculum!
Eh si … e non è finita qui … ora vediamo un altro caso.
Voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare: prima cambia te stesso
Quando non possiamo cambiare una situazione dobbiamo cambiare noi stessi. Viktor Frankl. Condividi il Tweet
Mettiamo invece che il tuo lavoro tutto sommato non sia malvagio.
E’ coerente con gli studi che hai fatto, la retribuzione è soddisfacente e l’azienda ha valori di fondo allineati con i tuoi. Sarebbe quasi “perfetto”.
Ma …?
Esatto c’è un ma … o un se …
Se solo il tuo capo a volte non fosse un vampiro energetico.
Vampiro energetico?
Nel senso che ogni tanto usa tattiche manipoltorie e riesce a farti sentire in colpa quando gli dici di no.
Quindi capita che dici di si perchè cedi alle pressioni manipolatorie ma questo ti pesa.
Ti senti triste, frustrato, arrabbiato ogni volta che ti ritrovi a dire si una cosa che di fatto va oltre ciò che saresti tenuto a fare.
La tentazione è pensare di cambiare lavoro.
Comprensibile. Ma potrebbe non essere la soluzione più adatta.
La soluzione potrebbe essere cambiare te stesso.
Ma come e io che centro?
Nel senso di sviluppare le tue competenze di comunicazione assertiva.
In questo modo impari come trattare il tuo capo e quelli come lui.
Chi gli str##zi?
No, le persone che ancora non hanno imparato a portare avanti le loro richieste nel rispetto dei bisogni degli altri.
Si ma sono loro così e perchè devo cambiare io?
In effetti ti capisco, ma se ci pensi, se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto.
Domanda.
Il tuo capo appena sei arrivato a quel lavoro com’era?
Era un agnellino.
Ecco appunto.
Il rischio che si corre se si cambia un lavoro per non cambiare noi stessi è di ritrovarsi dalla padella alla brace.
Nel senso che spesso quel tipo di persone ce le andiamo un pò a cercare.
Non perchè siamo masochisti.
Il tutto avviene in modo inconsapevole.
Ok va bene.
E se invece al mio lavoro non c’è un problema col capo ma con il lavoro in se?
Ok, se analizzando il “seme” dell’intento capisci che nel lavoro attuale
- non riesci a scaricare a terra la tua passione
- la location, il lavoro in se etc. non soddisfano i tuoi bisogni o preferenze caratteriali
- non hai modo di esercitare i tuoi doni
- devi mettere da parte i tuoi valori
allora si tratta di trovare un altro lavoro.
In quel caso sai cosa fare:
- segui la mappa tracciata nell’articolo che ti ho indicato,
- e iscriviti al Blog.
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Ok, è arrivato il momento di salutarti.
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In ogni caso, in bocca al lupo per la tua crescita, benessere e prosperità.
Alla prossima. Mirco
Immagini: unsplash.com
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